L'orrore avveniva su delle ambulanze gestite da alcune onlus locali. Un barelliere, nel tragitto dall'Ospedale Santissima Addolorata di Biancavilla alle abitazioni dei malati terminali, iniettava aria nelle vene del paziente provocando, in questo modo, un collasso cardiaco che portava rapidamente alla morte. Tutto per alimentare il giro d'affari di alcune agenzie funebri pronte a riconoscere al barelliere killer una 'provvigione' variabile tra i 200 e i 300€ a cadavere.

La Procura della Repubblica di Catania ha aperto un'inchiesta per omicidio sulla base della testimonianza di un collaboratore di giustizia, ritenuto attendibile.

Il pentito avrebbe avuto un ruolo fondamentale in questo macabro commercio e, in forma anonima, aveva già denunciato questa situazione qualche mese fa attraverso il programma televisivo le Iene. Secondo le sue stesse dichiarazioni ai magistrati si sarebbe deciso a denunciare tutto alle autorità competenti dopo che anche il padre di un suo caro amico aveva subito lo stesso trattamento. Ovviamente, fino ad oggi, il collaboratore non aveva rivelato nulla all'amico sulla triste sorte del padre.

I particolari dell'inchiesta della Procura di Catania

La procura della città etnea avrebbe immediatamente dato il via alle indagini, coordinate dal procuratore distrettuale Andrea Bonomo, non nuovo a casi di questo tipo.

Infatti, si tratta dello stesso magistrato che a dicembre 2016 ha condotto l'inchiesta denominata 'Onda d'urto' e ad aprile 2017 l'inchiesta 'Reset' che ha decimato la struttura di comando di tre clan mafiosi locali nati dopo la fine del clan storico dei Toscano - Mazzaglia - Tomasello.

La Dda di Catania ha dato quindi mandato al Comando dei Carabinieri di Paternò, sotto la cui giurisdizione si trova il comune di Biancavilla, di sequestrare le cartelle cliniche di tutte le persone decedute lungo il percorso in ambulanza dal nosocomio a casa.

Secondo i primi riscontri effettuati e le dichiarazioni del collaboratore di giustizia i decessi sospetti sarebbero iniziati nel 2012. E da allora sarebbero centinaia le persone decedute in questo modo.

Le giustificazioni addotte dal pentito

Secondo quanto riferito dal pentito, le cui dichiarazioni, fa sapere la Procura di Catania saranno comunque sottoposte a verifica data la delicatezza della tematica, i decessi sarebbero stati denunciati più volte nel corso del tempo, anche da altri cittadini di Biancavilla, dando origine a una vera e propria leggenda metropolitana, ma gli affari erano gestiti direttamente dai boss mafiosi locali che stabilivano chi dovesse salire in ambulanza, e ovviamente, per reticenza o per vera e propria paura nessuno osava dire più di tanto. Ma gli affari erano numerosi e lucrativi. Almeno fino allo scoppio dell'inchiesta. Vedremo come andrà a finire.