Raqqa, la capitale siriana del sedicente Stato islamico, la città da cui venivano dati gli ordini e organizzati gli attentati che hanno insanguinato l'Europa negli ultimi mesi, starebbe per cadere nelle mani del legittimo governo siriano dopo tanti mesi di assedio ininterrotto.

In città ci sarebbero ancora qualche migliaio di irriducibili jihadisti e anche dei civili che vengono usati come scudi umani per difendere i capi del sedicente Stato islamico dagli assalti dell'esercito regolare siriano aiutato dalle milizie curde che stanno anche aggiustando i ponti per permettere l'arrivo dei mezzi militari blindati in città.

La grande battaglia

Di sicuro quella che si profila all'orizzonte è una battaglia senza esclusione di colpi, in cui gli scontri tra miliziani jihadisti e forze regolari saranno molto lunghi e duri; la riconquista della città è un tassello fondamentale della lotta al terrore perché vorrebbe dire interrompere il flusso di informazioni tra i miliziani esteri e i capi e quindi bloccare sul nascere molti probabili attacchi sul suolo occidentale e non solo.

Mentre esercito siriano e milizie curde avanzano a terra, dal cielo gli aerei da guerra della coalizione internazionale a guida statunitense spazzano il terreno con bombe e missili per fiaccare la resistenza islamista e permettere un'avanzata più veloce ai soldati.

Il ruolo dei Carabinieri

Anche i nostri Carabinieri sono impegnati a Raqqa, anche se non in prima linea: aiutano e addestrano i siriani e i curdi e spiegano loro come risolvere i problemi tattici e logistici, inoltre fungono da collegamento con le altre forze della coalizione internazionale.

Il ruolo dell'Italia nella lotta al terrorismo internazionale è sempre importantissimo perché i nostri militari sono impegnati anche in Iraq, a Mosul, dove si sta tenendo l'atra battaglia fondamentale per la sconfitta dell'ISIS e garantiscono la sicurezza degli operai italiani che stanno ristrutturando la grande diga della zona.

Le prime truppe in periferia

Intanto a Raqqa le prime truppe curde, con il sostegno e l'equipaggiamento fornito dagli Stati Uniti, sono entrate alla periferia della città, tra scheletri di palazzi bruciati e colpiti dai missili e dall'artiglieria pesante e trappole esplosive piazzate dai jihadisti.

Gli ordigni improvvisati sui cigli delle stradine polverose della città sono l'ostacolo più grande per arrivare al centro della città, dove ci sono gli alti comandi del sedicente Califfato e dove si nasconderebbe anche il misterioso capo dello Stato islamico, Al Baghdadi.