Ormai siamo al collasso, si sente dire da più parti. E sempre più spesso viene aggiunto che l’Unione Europea non sta facendo la sua parte. Il governo italiano sta quindi decidendo di adottare misure radicali per risolvere l’emergenza migranti. Da qui la scelta di dare mandato all’ambasciatore italiano presso l’UE, Maurizio Massari, per sollevare formalmente la questione alla Commissione europea: strappare il permesso di modificare in maniera drastica le procedure d’asilo dell’Unione. Tra le idee in discussione vi è anche quella di negare i privilegi d’approdo alle navi che non sventolano bandiera italiana.

Ormai sono troppe le barche piene di disperati che cercano di attraccare nei nostri porti, principalmente in Sicilia e Calabria, e per il governo italiano la crisi è diventata ingestibile.

Italia porta dell’Europa per i migranti africani

Il Belpaese è il maggior punto d’arrivo dei migranti africani che cercano di raggiungere l'Europa e sono tante le navi inviate in soccorso quasi ogni giorno. Le operazioni di salvataggio in mare riguardano soprattutto le barche provenienti dalle coste della Libia. Nel mentre i nostri vicini hanno chiuso le frontiere e non permettono ai migranti di lasciare il nostro paese e spalmarsi in tutta Europa, come accadeva invece in passato. La Polonia e l’Ungheria hanno rifiutato di ospitare alcuni dei richiedenti asilo per alleggerire le frontiere italiane e greche, meta d’arrivo principale dei rifugiati siriani.

Il numero sempre più crescente dei profughi che raggiungono le coste italiane, ha spinto il ministro degli interni, Marco Minniti, a recarsi a Washington per discutere della crisi. Nel mentre in Italia è nato un acceso dibattito riguardo al ruolo delle Ong nella gestione dei rifugiati, sono state accusate di agire come un incentivo per gli scafisti.

Mattia Toaldo, un esperto sulla Libia al Consiglio d’Europa sulle relazioni estere ha descritto la decisione dell’Italia di bloccare l’approdo della navi come “una misura dettata dal panico”. “Sarei molto sorpreso se fosse dichiarata legale – ha detto Toaldo – la legge impone i salvataggi di persone in difficoltà in alto mare, e questo idea di bloccare i porti italiani porterebbe le navi dei migranti ad andare alla deriva per il Mediterraneo, comprese la maggior parte delle barche delle Ong.”

Forzare l’Unione Europea ad attuare politiche più incisive

“Sarebbe meglio forzare l’Europa a prendere atto del problema ed agire in maniera incisiva – ha continuato Toaldo – è anche vero che le idee finora adottate sono tutte fallite.

All’inizio è stato proposto che la guardia costiera libica riportasse indietro le navi cariche di migranti. Era stato allora suggerito che le tribù del sud della Libia agissero come guardie carcerarie. Gli sforzi di rafforzare la flotta della guardia costiera libica, fornendo loro ulteriori navi da parte dei paesi europei, ha però avuto poco impatto. Niente di quanto finora tentato ha funzionato.” Da parte dell’Unione le uniche misure prese in considerazione riguardano lo stanziamento di ulteriori fondi da destinare all’Italia per far fronte all’emergenza, ma di fatto non risolverebbe il problema di come gestire la marea di disperati che si trovano a sostare nei centri di accoglienza. Un'altra soluzione, prospettata in commissione europea, riguarda lo stanziamento di aiuti finanziari ai paesi di provenienza dei migranti, di modo che il miglioramento delle condizioni di vita in casa propria li spinga a non partire.

La Merkel teme che nel lungo periodo il trend demografico porterà in Europa circa 100milioni di africani, sia a causa della povertà che dei cambiamenti climatici, e i governi europei saranno al collasso visto che già oggi sono impreparati e non riescono ad affrontare una crisi di dimensioni nettamente inferiori.