Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca dovranno rispettare le quote di accoglienza migranti, nessuno Stato può rifiutarsi di prendere a carico la quota stabilita di migranti in arrivo in Italia e Grecia perché i diritti umani di tutti devono sempre essere rispettati.

La questione migratoria è da sempre quella più complicata nell'Unione Europea perché non tutti gli Stati membri sono disposti ad accogliere i migranti che arrivano in Italia e Grecia scappando da guerre e carestie dopo lunghissimi e rocamboleschi viaggi.

La ritrosia dei Paesi dell'est

I Paesi dell'est Europa sono da sempre i più recalcitranti all'accoglienza, forse perché timorosi di perdere la propria identità e la propria cultura, e di non essere capaci di assorbire l'ondata umana di profughi in arrivo a causa della limitata grandezza del loro territorio.

Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca all'inizio avevano aderito alle quote obbligatorie di accoglienza ma all'ultimo si erano tirati indietro dicendo di aver già raggiunto il limite per l'anno in corso. Quindi, il passo successivo era stato la chiusura delle frontiere.

La risposta delle autorità europee

La risposta delle Autorità comunitarie non si è fatta attendere, tanto che oggi sono state ufficialmente varate sanzioni contro i Paesi inadempienti. Sarà inoltre presto avviata una formale procedura di infrazione perché tutti devono rispettare i patti, anche e soprattutto se si tratta di solidarietà con altre persone meno fortunate.

Dimitris Avramopoulos, Commissario dell'Unione Europea all'immigrazione ha detto: "È obbligatorio per tutti gli Stati membri rispettarlo e attuarlo in accordo con gli impegni presi.

Le sanzioni sono state determinate nel quadro delle procedure di infrazione e non sono state definite nel dettaglio. Ma possiamo evitarle se tutti dimostreranno solidarietà e voglia di collaborare".

Il fallimento del piano migranti

Il piano migranti europeo è miseramente fallito anche per colpa di alcuni Stati più recalcitranti, non disposti a farsi carico dei rifugiati che dovrebbero essere smistati tra coloro che arrivano via mare in Italia e Grecia, come era stato previsto negli accordi.

Saryus Wolski, deputato polacco al Parlamento Europeo ha detto che sarebbe molto meglio se tutti gli Stati membri si riunissero e concordassero in modo molto più informale una soluzione alla Crisi Migratoria, piuttosto che obbligare alcuni Stati membri a rispettare delle decisioni imposte dall'alto o da altri Paesi che vogliono solo riversare i loro problemi sugli altri, senza riconoscere e rispettare la volontà e le problematiche altrui. Questo atteggiamento, secondo Wolski, non è affatto conforme allo spirito di solidarietà, anzi lede i diritti umani dei cittadini dei Paesi ospitanti.