Trento, un 63 enne malato di epatite cronica e sieropositivo è stato condannato in via definitiva per la coltivazione di cannabis terapeutica che usava per lenire i forti dolori che le malattie provocavano. A nulla è servito il ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, infatti, ha confermato la sentenza di condanna di secondo grado. Condanna discutibile perché l'uomo è anche in possesso di una prescrizione medica che certifica la necessità di utilizzare la cannabis per finalità analgesiche dovuta alla sua allergia agli oppiacei. Inoltre negli ultimi anni diversi giudici avevano assolto imputati in casi analoghi.

La condanna definitiva

L'uomo di Trento era stato trovato in possesso di due piantine di marijuana che coltivava per uso personale, per far fronte ai dolori atroci della malattia. Essendo intollerante agli altri farmaci, si era visto costretto a far ricorso alla cannabis. Oggi che la cannabis è legale per uso terapeutico, l'uomo è in possesso di una regolare prescrizione medica. In primo grado era stato assolto: il giudice aveva ritenuto che il possesso era per scopo terapeutico, non stupefacente in senso proprio. La Corte d'Appello aveva ribaltato la sentenza, ritenendolo colpevole. Poi il ricorso in Cassazione, rigettato, e la condanna definitiva. È stato notificato l'ordine di carcerazione.

L'avvocato, che prima della sentenza aveva annunciato anche la possibilità di chiedere la grazia al Presidente della Repubblica, si dice preoccupato anche per un'eventuale pena alternativa alla detenzione, essendo il suo assistito invalido al 100%. Intanto si aspettano le motivazioni della sentenza.

L'utilità della cannabis terapeutica nella cura delle malattie

Gli Stati dell'Arizona e della California approvarono nel 1999 le prime leggi sull'uso terapeutico della cannabis. Alla luce di centinaia di studi scientifici è stata riconosciuta l'efficacia medica di questa pianta e i benefici che i cannabinoidi, composti derivati dalla marijuana, hanno sul trattamento di alcune malattie.

Utile nel trattamento di nausea e vomito indotti dalla chemioterapia, utilizzata per la sclerosi multipla nel trattamento del dolore cronico, è risultata di valido aiuto nella cura di patologie del sistema nervoso centrale, quali Sla, Parkinson, Alzheimer. Funziona inoltre nelle patologie autoimmuni: i pazienti, utilizzando la cannabis, possono fare a meno del cortisone.