Nella mattina di ieri, 22 giugno 2017, un bambino di soli sei anni è deceduto a Monza nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Gerardo, dopo essere stato intubato e curato per complicanze respiratorie e cardiache attraverso ECMO (Ossigenazione Extracorporea a Membrana) dovute al morbillo. A dare la spiacevole notizia è stato Giulio Gallera, l'assessore al Welfare della Lombardia. Il piccolo era già stato colpito dalla leucemia ed è per questo che si trovava in ospedale dallo scorso marzo.

Morto per complicanze derivanti dal morbillo

Secondo l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, il bambino è spirato a causa di alcune complicazioni che sono sopraggiunte dopo il contagio del morbillo dai suoi fratelli che, per scelta della famiglia del piccolo defunto, non erano stati sottoposti ai vaccini.

A dare conferma a tutto ciò ci sono le fonti ospedaliere secondo le quali la famiglia di appartenenza del piccolo, nonostante il sistema immunitario del piccolo fosse compromesso dalla leucemia e pur sapendo che non sarebbe stato in grado di difendersi da ulteriori infezioni, avrebbe deciso di evitare il vaccino per i due fratelli più grandi.

L'immunità di gregge è fondamentale

Gallera ha ampiamente spiegato che vaccinare è la cosa giusta da fare per poter garantire la non diffusione delle malattie attraverso il contagio, attuando “l'immunità di gregge”. Se questa ci fosse stata, il piccolo sarebbe probabilmente ancora in vita. Questo vale soprattutto per i soggetti che sono già impegnati a sconfiggere altre malattie e che hanno un sistema immunitario debole e non in grado di fronteggiare patologie così complesse.

Il bambino morto a Monza era affetto da una forma di leucemia che ad oggi ha una possibilità di guarigione molto alta: se non fosse stato vittima del contagio del morbillo da parte dei fratelli avrebbe quindi potuto salvarsi. Invece per alcune complicanze respiratorie dovute proprio al contagio, non è riuscito a sopravvivere.

Anche Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, si è detta vicina alla famiglia del bambino, affermando di condividere il loro immenso dolore e di essere rammaricata per quanto accaduto. Vicino alla famiglia è anche Mario Melazzini, direttore generale dell'Aifa, che unendosi al dolore dei genitori per la perdita del piccolo si è augurato che questa dolorosa vicenda faccia riflettere un po’ tutti sull’utilità dei vaccini e della scienza e che sia un momento di riflessione per tutta la comunità scossa da questo accadimento.