Questa mattina è avvenuta una violenta aggressione al tribunale di Reggio Emilia. Intorno alle dieci del mattino un uomo di origine marocchina, più che trentenne, ha gettato addosso alla moglie un liquido chimico misto a polvere gialla. L'acido è finito sulla faccia della signora. La coppia si trovava in tribunale per discutere la causa di separazione tra i due: mentre erano seduti al bar e stavano facendo colazione, e tutto sembrava tranquillo, l'uomo si è alzato e ha gettato una sostanza acida sul viso della trentenne. Inizialmente pareva che non ci fosse attrito tra i coniugi, secondo quanto riportato dai testimoni che sono scappati dopo che l'aria è diventata irrespirabile al diffondersi della sostanza chimica.

In un attimo invece tutto è cambiato, l'aria sapeva di ammoniaca e si sentivano le urla lancinanti della donna.

L'uomo è stato fermato

La vittima, con ancora il capo velato squarciato dall'acido, ha cominciato ad urlare e a chiedere aiuto in una lingua straniera. I titolari del bar l'hanno subita soccorsa, buttandole un po' di acqua sulla faccia, per togliere la polverina gialla urticante. Alle urla della donna sono accorse le guardie giurate del tribunale e i carabinieri in servizio nella zona che hanno fermato l'uomo. La giovane è stata portata all'ospedale più vicino: ha riportato ustioni gravi al volto, le sue condizioni sono gravi. L'aggressore è stato ferito anche lui accidentalmente dall'acido e adesso si trova in ospedale, piantonato dai carabinieri della stazione di Reggio Emilia.

E' stato accusato di lesioni personali aggravate. Attualmente sono in corso delle indagini per capire di che natura sia la sostanza usata, con l'intento di sfregiare la ragazza.

Le aggressioni alle donne con l'acido sempre più frequenti

L'aggressione con acido, detta anche vitriolage, è una forma di violenza premeditata che consiste nel gettare una sostanza corrosiva - generalmente acido solforico - sul corpo di un'altra persona, con l'intento di sfigurarla o di ucciderla.

Le vittime di questa brutale pratica sono soprattutto donne, molto spesso asiatiche o islamiche, mentre gli aggressori sono generalmente uomini, nell'ambito della famiglia o ex compagni. L'intento non è solo quello di ledere il corpo delle vittime, ma anche di isolarle socialmente facendo in modo che vengano allontanate da tutti.

Lo sfregio è anche inteso come gesto di disprezzo per delle donne che non hanno ubbidito alla forza maschile. Dal 1999 anche nel nostro Paese sono aumentate questo tipo di attacco alle donne, forse con il diffondersi delle varie culture asiatiche e africane. Attualmente in Italia si discute e giustamente l'inasprimento delle pene per reati di questo tipo. Le vittime di queste atroci brutalità rimangono segnate tutta la vita, non solo fisicamente.