Quest'anno dall'Adriatico allo Jonio, l'intera costa salentina è stata oggetto di moltissimi controlli che hanno portato alla luce numerosi abusi e irregolarità rispetto alle autorizzazione concesse.

A maggio lo stop al Twiga

Non si sono ancora placate le polemiche sui controlli che hanno portato al sequestro del terreno su cui sarebbe dovuto sorgere il Twiga Beach Club di Briatore. Le ipotesi di reato contestate riguardavano la violazioni di norme urbanistiche in una zona peraltro sottoposta a vincolo paesaggistico, oltre all'occupazione abusiva del Demanio marittimo.

Proprio in seguito a quel fatto, l'imprenditore cuneese aveva ritirato il suo marchio dall'intera operazione, defilandosi non senza aver polemizzato contro politici e burocrazia locale: "Al Twiga un controllo al giorno, la burocrazia ha vinto".

Sigilli anche al "Salento Beach"

Sorte simile è toccata anche allo stabilimento balneare Salento Beach in località La Staffa/Cerra, in agro di Otranto. Tra l'altro praticamente nella stessa zona dove sarebbe dovuto sorgere il Twiga. Nella mattinata di ieri, carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria del Tribunale e Polizia Provinciale hanno apposto i sigilli al cantiere dove sono in corso i lavori per la costruzione della struttura. Il provvedimento è stato immediatamente notificato al responsabile dei lavori e all'imprenditore in quanto sono state contestate violazioni in materia di: "abusi edilizi in zona soggetta a vincolo paesaggistico e abusiva occupazione del demanio marittimo" oltre a "falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico" e "distruzione o deturpamento di bellezze naturali".

La causa del sequestro sarebbe da ricercare in interventi di sbancamento di terreno e costruzione di strutture non amovibili. Inoltre strutture non amovibili erano state realizzate per permettere l'accesso al mare in una zona interdetta alla balneazione in quanto interessata da fenomeni franosi.

"Le Dune" (ri)sequestrate a inizio mese

A inizio mese i sigilli avevano interessato il noto stabilimento Le Dune di Porto Cesario. Già quest'inverno parte dello stabilimento era stato sequestrato per lavori ritenuti abusivi. Poi però la situazione era stata sbloccata fino almeno al 1° giugno, quando i militari della Guardia Costiera di Gallipoli, in esecuzione del provvedimento redatto dal Sostituto Procuratore della Repubblica, hanno riapposto i sigilli, per la seconda volta, alla stessa parte della struttura.