Il fatto si è svolto a Milano, precisamente in zona Corvetto, nella periferia sud della città. Un anonimo graffitaro ha imbrattato le mura della Chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Rita con della vernice rossa. Il contenuto del messaggio filo-abortista è altamente blasfemo. Il parroco, don Andrea Bellò, ha deciso di replicare all’autore del gesto con una lettera su Facebook. In breve la replica ha ottenuto migliaia di commenti, apprezzamenti e condivisioni. Ecco la storia.

La scritta anonima pro aborto

Siamo in zona Corvetto, quartiere di Milano che soffre da tempo di problematiche legate al degrado; tra spaccio e prostituzione si moltiplicano gli episodi di microcriminalità.

Solo pochi giorni fa, domenica 28 maggio, un filippino è stato accoltellato nei giardini di Via Bacchigione, dopo una rissa tra connazionali. L'uomo è stato prontamente ricoverato al Policlinico in codice rosso. E' solo l'ultimo di una serie di episodi che tormenta il quartiere. I protagonisti della nostra vicenda sono don Andrea Bellò, e un anonimo "writer", il quale pochi giorni fa ha imbrattato il muro della parrocchia locale di San Michele Arcangelo e Santa Rita. Il contenuto del messaggio, pro-aborto, è altamente blasfemo. Nonostante l'offesa, il sacerdote ha deciso di pubblicare la foto della scritta su Facebook, allegando all’immagine una lettera indirizzata all’autore del graffito. La replica del sacerdote è stata ricondivisa da quasi 4000 persone; centinaia i messaggi di solidarietà degli utenti su Facebook.

La risposta del sacerdote alla scritta pro aborto

Don Andrea Bellò ha scritto una breve lettera sul social network, indirizzata all'autore della scritta vandalica. Il parroco ha esordito con un "Caro scrittore anonimo di muri", e ha espresso il proprio dispiacere per il fatto che l'autore della scritta non abbia preso esempio dalla propria madre, la quale - secondo il parroco - aveva avuto il merito di partorirlo.

"Tua madre poteva abortirti", scrive don Andrea, ma ti ha donato una libertà "che stai usando per dirci che sarebbe meglio che anche persone come te non ci dovrebbero essere a questo mondo". Il parroco esprime il proprio disaccordo rispetto a tale affermazione. Don Andrea dichiara apprezzamento per il coraggio dalla madre del writer, che ha messo al mondo il proprio figlio nonostante le avversità della vita.

Un coraggio che, secondo il sacerdote, sembra invece mancare al graffitaro, il quale ha usato la propria libertà per scrivere un messaggio senza firma. Don Andrea Bellò, nelle conclusioni della lettera, invita l'autore a mostrare un po' di vero coraggio, migliorando il mondo anziché distruggerlo, amando il prossimo anziché odiarlo, e aiutando le persone sofferenti a sopportare le proprie fatiche.