Sembra che in centro Italia la terra non trovi più pace. Una nuova scossa di Terremoto, con epicentro nei pressi di Pizzoli (L'Aquila), di magnitudo 3.9, è stata registrata dai sismografi della rete Ingv oggi 9 giugno alle 14.15, nei pressi de L'Aquila.

La scossa di oggi

Fa parte della stessa sequenza sismica registrata il 24 agosto, che aveva raso al suolo Amatrice e Accumuli. Lo conferma la sismologa del Centro Nazionale Terremoti Lucia Margheriti, sostenendo che "la zona in cui si è manifestata la scossa si era attivata già da diversi mesi". Il sisma è stata distintamente avvertito dalla popolazione dei comuni che si trovano entro circa 20 km dall'epicentro: Pizzoli, Barete e Capitignano quelli più vicini, Campotosto, Montereale, Lucoli, Fano Adriano e Borbonara alcuni degli altri.

Anche le zone colpite dal terremoto della scorsa estate e, successivamente, da quello del 30 ottobre, hanno sentito la terra tremare. "In questa zona (da Visso a Pizzoli) continuiamo a localizzare poco meno di 100 piccoli terremoti al giorno; non possiamo quindi considerare la sequenza sismica esaurita". Con queste parole, Lucia Margheriti cancella, ancora una volta, la speranza di ritrovare sicurezza in questi luoghi.

La paura non se ne va

Basta un tremolio per far sussultare chi il terremoto l'ha vissuto. Basta una panca mossa dal vicino che non riesce a star fermo con le gambe per far riaffiorare i pensieri e le paure della terra che trema e che non ci permette di stare in piedi sopra di lei.

Basta una camminata pesante che faccia vibrare il pavimento perché lo stomaco si stringa. Immaginate quando il tremore che si percepisce è di nuovo quello di un terremoto: non ci si crede all'inizio, non può accadere di nuovo, qui, dove già non c'è più niente, dove già tutto è stato portato via. Eppure la terra non sembra farci caso, non sembra le interessino i volti e le fatiche delle nonne, dei papà e dei bambini che, pur essendo costretti a vivere in roulotte o tende, ancora non ricevono una tregua.

Si sono abituati, ormai, a convivere col terremoto perché di scosse, più o meno violente, se ne percepiscono ogni giorno. Ma della paura no. Della paura non ci si può abituare. E lei sembra essere lì, pronta a saltarci addosso in qualsiasi momento, non appena il pavimento sotto i nostri piedi ha un sussulto.

L'ospite che non se ne va

Sembra che non voglia lasciare la bellezza delle terre del centro Italia, quasi si trovasse troppo bene lì per andarsene, quasi si sentisse un nuovo cittadino dei comuni che ha distrutto. Il terremoto resta e ogni tanto torna a farsi sentire. Sentire da tutti i cinque sensi dell'uomo, anzi da tutti e sei. Non è il tremore della terra l'unica cosa ad essere percepita. Il terremoto ha anche un rumore, un rumore sordo di vasi e tazzine che cadono a terra e si rompono, di sedie che si ribaltano e di tetti che cedono. Poi c'è l'odore: odore di terra, di bruciato, perché la polvere che si solleva quando la terra si spacca porta con sé una parte di ciò da cui proviene. E insieme all'odore trasporta anche il sapore: un sapore arido, difficile da spiegare.

La vista del terremoto sono le case distrutte, le strade spaccate, le persone che piangono e i bambini orgogliosi per essere riusciti a salvare i loro giochi. Ma il terremoto sviluppa anche un sesto senso: il vento che soffia in modo diverso, un rumore lontano e lo stomaco che si stringe. Ma accanto e insieme a tutto questo sopravvivono la forza di volontà, la voglia di ricominciare e la gioia di un popolo forte e unito che vuole scacciare il suo ospite indesiderato per poter rinascere.