È successo ancora, questa volta in provincia di Arezzo: un urlo straziante ha attirato l’attenzione di tutti coloro che erano presenti in piazza Vittorio Emanuele a Castelfranco di Sopra. Una donna, dipendente del Comune della cittadina, all’uscita del lavoro si è recata presso la propria Lancia Ypsilon e solo allora ha visto la figlia di 18 mesi giacere esanime nel sedile dell’auto in cui l’aveva dimenticata. La madre credeva di averla accompagnata all’asilo, invece la bambina è rimasta all’interno della vettura sotto il sole cocente dalle 8 alle 14.

Nessuno dei passanti si è accorto in questo lungo lasso di tempo del tragico errore della donna, che è stato fatale per la piccolina, morta per arresto cardiaco.

Una lunga scia di piccole vittime

Purtroppo i soccorsi, inizialmente prestati con il defibrillatore del Comune dal personale presente in piazza e poi da un’ambulanza con medico a bordo e dall'elisoccorso Pegaso, appositamente allertato, non sono serviti: per la bimba non c’era più nulla da fare. Non è la prima volta che un episodio del genere accade: solo in Toscana la stessa tragedia era capitata ad un’altra piccola di 18 mesi a Vada in provincia di Livorno, mentre l’anno prima una bimba lasciata in auto dal padre, convinto di averla accompagnata all'asilo, era stata salvata in tempo a Grosseto.

Ma la scia delle giovani vittime è sempre più lunga e coinvolge tutta l'Italia: solo negli ultimi anni ci sono stati casi di cronaca analoghi a Vicenza, Piacenza, Perugia, Lecco e Teramo.

Le cause e i possibili rimedi

Come si vede, episodi simili sono sempre più frequenti, con genitori che arrivano a cancellare dalla propria mente la presenza dei figli in auto e li lasciano lì per ore.

Ma come mai la situazione è tanto pericolosa? I bambini rischiano più facilmente colpi di calore quando si trovano negli abitacoli delle auto perché sono soggetti a un più rapido aumento della temperatura corporea rispetto agli adulti. Inoltre è stato calcolato che l’interno di una macchina lasciata al sole, anche in una giornata non particolarmente calda, può arrivare ad una temperatura che aumenta di 10 gradi ogni 15 minuti.

In un opuscolo preparato dal Ministero della Salute si spiega come l’ipotermia per un bambino possa giungere anche dopo 20 minuti in un’auto, mentre bastino solo due ore per provocarne la morte. Più volte si è cercato di trovare un rimedio a questo fenomeno: pochi anni fa gli studenti di un istituto tecnico di Cagliari avevano inventato un dispositivo di allarme capace di avvisare il guidatore o i passanti, ma anche di inviare sms ad alcuni numeri preimpostati, indicando le coordinate dell’auto. Un’idea semplice e dal costo contenuto che, se opportunamente sviluppata, avrebbe permesso di impedire simili tragedie.