Da una decina di giorni sulle coste toscane è comparso uno strano materiale spugnoso di colore giallo, che dopo essere stato segnalato sulle spiagge della Versilia e dell'Isola d'Elba nei giorni successivi è arrivato anche in Maremma, nel grossetano, e addirittura in Liguria. Lo strano materiale si ammassa sulla battigia, attirando l'attenzione dei bagnanti e non mancando di suscitare preoccupazione.

Non è niente di pericoloso

L'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat) si è mossa immediatamente per sottoporre ad analisi la misteriosa sostanza, la cui origine non è stata ancora chiarita, e per bonificare le zone interessate.

Pare che si tratti di un materiale di origine idrocarburica, ma questo non rappresenterebbe una minaccia né per l'ambiente né per la salute umana. Anche alcuni comuni interessati hanno disposto degli esami e anche in questo caso i risultati hanno confermato la non pericolosità del materiale. Secondo la vice sindaco di Castiglione della Pescaia, Elena Nappi, si tratta di una sostanza organica ritenuta non nociva e smaltibile come i normali rifiuti urbani. Le battigie dove era presente la schiuma comunque sono state ripulite, anche per non alimentare preoccupazione tra i bagnanti, e le autorità si sono attivate per verificare se e quanto materiale - che galleggia - è ancora presente nelle acque del litorale.

Le ipotesi sull'origine della sostanza

Secondo la vice sindaco di Castiglione della Pescaia, il materiale potrebbe avere origine dal lavaggio in mare di qualche cisterna. Qualcosa di simile avvenne nel 2012 quando sulle spiagge toscane si ammassò una schiuma gelatinosa di colore biancastro, che in seguito fu chiarito essere paraffina, riversata nelle acque da una nave che aveva sciacquato in mare delle cisterne che avevano contenuto un derivato della paraffina.

Fatto sta che casi come questo suscitano preoccupazione, oltre a costringere le autorità ad intervenire per compiere sopralluoghi, bonifiche e analisi, operazioni che hanno un costo per la collettività. E anche se non si tratta di sostanze tossiche episodi di questo tipo certamente non fanno bene al settore turistico, poiché il clamore suscitato potrebbe spingere eventuali vacanzieri a dirigersi verso altre mete.

Il caso delle idrovore

Un anno fa due cittadini attivi sui social come "Iene maremmane" filmarono un'idrovora mentre stava effettuando operazioni di ripascimento su una spiaggia di Marina di Grosseto, e diffusero il video sostenendo che le acque fossero contaminate da derivati del petrolio. Si trattava di una bufala, ma questa in rete divenne virale provocando un serio danno di immagine alla zona, in un periodo dell'anno - la fine di aprile - in cui molte famiglie decidono dove prenotare le vacanze estive.