In questi giorni in cui viene ipotizzata dal Pentagono la possibilità dell'ennesimo test missilistico del regime nordcoreano, da Pyongyang giungono ulteriori, pesantissime minacce all'indirizzo degli Stati Uniti. Dalla Corea del Nord, infatti, un portavoce del governo dichiara che il suo Paese è "pronto a colpire il cuore dell'America con la nostra arma nucleare, rafforzata ed affinata". Questo, nel caso in cui Washington provi a rimuovere in qualche modo la leadership di Kim Jong-un. La minaccia, in effetti, arriva in risposta alle affermazioni di Rodger Baker, esperto della piattaforma di intelligence Stratfor, che lo scorso 13 luglio ha rivelato l'esistenza di un piano per uccidere il giovane dittatore che poteva essere messo in atto prima dell'ultimo lancio missilistico effettuato dal regime lo scorso 4 luglio.

Ipotesi rafforzata anche dalle dichiarazioni più recenti da parte del capo della CIA, Mike Pompeo, che nel corso di un incontro che si è tenuto ad Aspen, in Colorado, ha fatto un riferimento nemmeno tanto velato ad un possibile piano alternativo per risolvere la crisi coreana senza un'escalationi militare. "Possiamo separare la capacità nucleare da chi avrebbe intenzione di usarla", ha detto il dirigente dell'intelligence statunitense.

'Minacce alla suprema dignità nordcoreana'

Le forti dichiarazioni, espresse dal un portavoce del ministero degli esteri di Pyongyang, sono state riportate dall'agenzia di stampa Kcna, principale megafono del regime. "Se Washington mostrerà anche il minimo segnale del tentativo di deporre il nostro leader supremo, agiremo di conseguenza.

Nel caso in cui la nostra suprema dignità venga minacciata, dobbiamo agire in maniera preventiva. Dunque attaccheremo con ogni mezzo, anche con le armi nucleari, i Paesi coinvolti in questa minaccia". In proposito, le ultime notizie diffuse negli States dal Washington Post sono tutt'altro che buone: citando fonti del Pentagono, il noto quotidiano ha prospettato i progressi nella realizzazione di armi atomiche da parte della Corea del Nord che, entro il prossimo anno, potrebbe dotarsi della potente arma annunciata da Kim Jong-un nel suo ormai celebre discorso di inizio 2017.

Nuove sanzioni, attesa per il voto del Senato

Intanto, come noto, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato quasi all'unanimità (soltato tre i voti contrari, ndr) il nuovo piano di sanzioni economiche nei confronti di Russia, Iran e Corea del Nord che, pertanto, per il definitivo nulla osta attende ora l'esame del Senato.

Se non c'erano dubbi per la repubblica islamica e per il piccolo stato comunista, ha destato perplessità la contraddizione del pugno duro nei confronti di Mosca, alla luce di una distensione che sembrava avviata dopo l'incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin al G20 di Amburgo. Lo speaker della Camera, Paul Ryan, ha espresso soddisfazione per l'esito della votazione. "In questo modo rafforziamo il giro di vite contro i nostri avversari più pericolosi e teniamo l'America al sicuro".