Il sito statunitense Billboard.com, nella prima serata di oggi, 20 Luglio, ha pubblicato un comunicato del rapper Mike Shinoda, che nei LP entrò dal primo momento, dichiarando che l'amico di lunga data e cantante Chester Bennington si sarebbe impiccato nella sua casa di Palos Verdes Estates.

Successo planetario e repentino

Il quarantunenne vocalist, apprezzato da fan e critica per il suo timbro graffiato ma versatile e melodico, si è fatto rapidamente conoscere sin dal primo full-lenght Hybrid Theory, che ha contribuito a costruire uno zoccolo duro di appassionati che ha accompagnato la band dai primi giorni improntati al nu-metal fino alle recenti sonorità più pensare al pop -rock.

Infanzia difficile e abusi di droghe

Bennington, che mai aveva nascosto problemi di dipendenza da pillole e sostanze psicotrope (dovute ad abusi sessuali subiti tra i 7 e i 13 anni ad opera di un non meglio precisato soggetto) né la recente depressione, aveva subito un duro colpo con la morte dell'amico Chris Cornell, voce dei Soundgarden. Indiscrezioni riferiscono che probabilmente avrebbe scelto questa data odierna in quanto sarebbe coincisa col compleanno del cantante/chitarrista grunge.

Malgrado i pesanti contraccolpi, il singer dei Linkin' Park si è mantenuto molto impegnato: l'uscita dell'ultimo album risale a pochi mesi addietro, e l'incontro con altri musicisti con il progetto di una collaborazione improntata all'hip-hop non avrebbe mai lasciato presagire un avvenimento così tragico e repentino.

Vita privata e successi di un uomo difficile

Il cantante lascia sei figli, frutto di relazioni con due donne diverse, che si uniscono al dolore del collega che con Chester Bennington aveva condiviso i palchi più prestigiosi del rock e heavy metal mainstream. Nati sotto una buona stella e forti dei 20 milioni di copie vendute all'esordio (per un totale complessivo di 60 milioni di album), i Linkin' Park vennero notati finanche da Sharon Osbourne, moglie/manager di Ozzy ed ideatrice della rassegna annuale itinerante dell'Ozzfest: un ottimo punto di partenza per una carriera affrontata dai sei musicisti (inclusi il bassista Phoenix, il chitarrista Brad Delson, il batterista Rob Bourdon e il dj e produttore Joe Hahn) sempre con spirito di vicinanza ed amicizia.

Ora come ora, il destino di una band amatissima dai più giovani appare appeso ad un filo. Per il momento, comunque, sembra che i LP si chiuderanno in silenzio a meditare il proprio futuro senza fretta, per metabolizzare il grave lutto.