"Abbiamo litigato": poche parole che però non spiegano. Solomon Nyantakyi, 21 anni, ex promessa del calcio, ha confessato: è stato lui ad uccidere con un coltellaccio da cucina e una mannaia colpendole con molti fendenti la mamma Nfum Patience, 43 anni e la sorellina Magdalene Nyantakyi di 11. Le ha straziate in sala da pranzo nella loro abitazione al sesto piano di un palazzo alla periferia di Parma. La famiglia di origine ghanese, viveva da molti anni in Italia. Quando gli inquirenti l'hanno rintracciato alla stazione ferroviaria di Milano, ha cercato di nascondere il volto con le mani.

A tradirlo sono state le telecamere di sorveglianza della stazione di Parma.

Una camera dell'orrore

Dopo il duplice omicidio, Solomon era l'unico indiziato. I sospetti da subito erano caduti su di lui perché era l'unico componente della famiglia irreperibile da martedì a poche ore di distanza dai tragici fatti. Il papà era a Londra per lavoro e ora che ha saputo di non aver più né la moglie né la figlia, sta tornando a Parma. L'altro fratello, il primogenito Raymond Nyantakyi, 25 anni, si è accorto del massacro della mamma e della sorellina al ritorno dal lavoro. Ha trovato la casa trasformata in camera dell'orrore: sangue ovunque, nel corridoio, a terra, sulle pareti. Si è disperato, ha chiesto aiuto a una vicina e chiamato il 113.

Solo Solomon, il secondogenito, quel ragazzo introverso e difficile, mancava all'appello. In casa c'erano sue tracce, aveva cercato di pulire i coltelli. Il suo cellulare era spento. La polfer l'ha rintracciato alla stazione di Milano, l'ha arrestato e allora ha confessato in uno stato indefinibile. Non sembrava lucido, ma neanche sotto chock.

Duplice omicidio senza un perché

Quel duplice omicidio commesso con una ferocia che ha sconvolto per primi gli inquirenti, al momento non ha un movente. Il primo ad essere esterrefatto è il procuratore capo di Parma, Salvatore Rustico, che in conferenza stampa ha confermato la confessione del ragazzo, ma poi ha detto che è ancora presto per capire il perché di quel folle gesto.

Forse un raptus di follia, "qualcosa di irrefrenabile": il procuratore ha accennato a questa possibilità senza confermarla. Il ragazzo aveva piccoli precedenti per uso di droghe leggere ma per ora gli inquirenti escludono che fosse entrato in giri di spaccio. Per una notte è fuggito, passando da un treno all'altro. Da Parma a Bologna fino a Milano. Poi il crollo, l'ammissione, ma senza un perché.

Promessa del calcio, lo sgomento degli ex allenatori

Era cresciuto nelle giovanili dell'Aurora, poi il passaggio al Milan Club. A 16 anni la grande occasione: Roberto Donadoni l'aveva chiamato nelle giovanili del Parma, uno scudetto conquistato con gli allievi. Era una vera promessa da centrocampista, ma la sua carriera è naufragata per problemi caratteriali e comportamentali riscontrati da tutti i suoi ex allenatori.

Roberto Donadoni che l'ha allenato lo ricorda silenzioso, non si spiega questa furia omicida. Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Livorno che l'aveva allenato anche lui nelle giovanili del Parma prima del crac, lo descrive come taciturno e pacifico, ricorda che aveva avuto problemi di depressione. L'aveva richiamato un anno fa, ma in ritiro c'è stato solo 15 giorni perché diceva gli mancava troppo la famiglia. L'Imola è l'ultima squadra in cui ha militato. L'ex allenatore, Fracesco Baldini, ricorda che disertò 4 allenamenti senza dare spiegazioni finché l'ultima volta fu la società a doverlo allontanare. Riservato ed esigente con se stesso, come si vede in un'intervista di tre anni in cui sollecitato un po' si racconta, Solomon è precipitato in un abisso travolto da chissà quale demone.