Atteso martedì primo agosto, in Italia il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, intende mettere sul tavolo una proposta ambiziosa: l'alleanza tra i cantieri stx france di Saint Nazaire e fincantieri nel civile (navi da crociera), ma anche nel settore navale della difesa. L'incontro avverrà tra il ministro francese e i ministri Padoan e Calenda sulla complicata "battaglia navale" a proposito dei cantieri di Saint Nazaire.

Il ministro francese in Italia per "calmare" il nostro governo

Lo riferisce il quotidiano francese Le Figaro, secondo cui il governo di Parigi pensa così di far sbollire l'ira degli italiani per la clamorosa decisione di nazionalizzare temporaneamente Stx France, dopo il mancato accordo sulla composizione dell'azionariato dei cantieri di Saint Nazaire.

Le Maire ha presentato questa proposta come "un gesto di apertura da parte del presidente" francese Emmanuel Macron in un'intervista televisiva al Journal du Dimanche sulla rete Europe 1. L'idea sarebbe quella di "esaminare" la possibilità che Francia ed Italia uniscano le forze nel settore della costruzione di unità navali militari di superficie (fregate e portaerei) per edificare un "grande campione dell'industria navale europea".

La proposta del governo transalpino

Tale scenario, scrive il Figaro, permetterebbe alla Francia di ottenere più cose: proteggere i propri interessi strategici nei cantieri di Saint Nazaire, gli unici nel paese in grado di realizzare i grandi scafi delle portaerei, ed offrire all'Europa un embrione di polo navale civile e militare franco-italiano a cui, sull'esempio di Airbus nell'aeronautica, in futuro si potrebbero aggiungere altri grandi paesi europei.

Pietra angolare di tale progetto è la società statale francese Naval Group (ex Dcns) proprietaria dei cantieri navali militari di Brest, Cherbourg e Toulon. Ccondizione essenziale, secondo il governo di Parigi, è che Naval Group entri nel capitale di Stx France su un piede di parità con i soci italiani di Fincantieri.

Il progetto però non è nuovo, ricorda il Figaro.

E, sebbene tutti in Europa si rendano conto dello svantaggio rappresentato, di fronte ai giganti anglo-sassoni del settore, dalla frammentazione delle imprese europee costrette a farsi una guerra fratricida per accaparrarsi le briciole delle grandi commesse internazionali, nessun paese finora è stato disposto a rinunciare al controllo dei propri cantieri navali.