Il caso del titolare del B&B calabrese che rifiuta una coppia gay perché, da proprio delirante regolamento, non accetta omosessuali ed animali, ha scosso l'Italia. Manifestazioni di solidarietà si sono moltiplicate a favore dei due giovani campani che cercavano semplicemente una struttura ricettiva dove trascorrere le vacanze, certamente normale in piena estate. Eppure l'italiano medio non si dovrebbe stupire più di tanto dinanzi a questa vergognosa manifestazione di intolleranza. Soltanto pochi giorni fa, infatti, la Commissione parlamentare sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e l'odio in generale, ha reso noti i risultati della sua indagine durata un anno.

L'organo parlamentare, presieduto dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, è intitolato a Jo Cox, deputata presso il parlamento britannico che venne barbaramente uccisa a giugno dell'anno scorso.

I componenti della Commissione

Occorre precisare che la Commissione è super partes, composta da un deputato per ciascun gruppo politico di Montecitorio. Ne fanno parte, infatti, gli onorevoli Paola Binetti (Misto-UDC), Giuseppe Brescia (M5S), Giuseppina Castiello (Lega-Noi con Salvini), Elena Centemero (Forza Italia), Stefano D'Ambruoso (Mistro-Civici ed Innovatori), Florian Kronbichler (MDP), Giovanna Petrenga (Fratelli d'Italia), Pino Pisicchio (Misto), Barbara Pollastrini (PD) e Milena Santerini (Democrazia Solidale).

Hanno collaborato ai lavori esponenti dell'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati (Andrea De Bonis), del Consiglio europeo (Gabriella Battaini-Dragoni) e dell'Istat (Saverio Gazzelloni), oltre a rappresentanti di centri di ricerca e di associazioni (Arci ed Amnesty International). La relazione prodotta è, pertanto, assolutamente priva di qualunque appartenenza politica.

I risultati dipingono un quadro preoccupante di ciò che l'Italia è diventata ai giorni nostri: atti discriminatori ed intolleranze diffuse, infatti, permettono di edificare una vera e propria 'Piramide dell'odio' alla cui base c'è un'ignoranza generalizzata. In cima, naturalmente, troviamo i gruppi di persone verso i quali viene indirizzata questa 'crociata dell'odio': immigrati, omosessuali e donne.

Luoghi comuni alla base della 'piramide'

Stereotipi datati, ma straordinariamente persistenti, stanno alla base della piramide. I luoghi comuni più abusati quando si parla di discriminazioni di genere, ad esempio, sono quelli relativi ad un 20 % di italiani che pensa che gli uomini siano leader politici ed imprenditori migliori delle donne. Quasi la metà degli italiani (49,7 %) ritiene inoltre che sia ancora l'uomo, nell'ambito di un nucleo familiare, a dover necessariamente provvedere al mantenimento, mentre il 34,4 % pensa che le donne lavoratrici non siano buone madri. Relativamente all'omosessualità, c'è ancora un 25 % di italiani che la considera una patologia, il 20 % che ritiene inaccettabile avere un collega di lavoro o un amico gay, il 24,8 % che ritiene un omosessuale inadeguato a ricoprire una carica politica.

Per quanto riguarda altri ruoli professionali, il 28,1 ritiene non accettabile un medico gay e la percentuale sale fino al 41,4 se la categoria è quella degli insegnanti. Percentuali altissime di discriminazione, era scontato, sono rilevate nei confronti dei migranti: il 52,6 % sostiene che l'aumento di stranieri contribuisce a diffondere terrorismo e criminalità, il 35 % che tolgono il lavoro agli italiani ed il 65 % che i rifugiati siano un peso perché prendono i soldi ed il lavoro degli italiani. Tanto per fare un confronto con la Germania, questa percentuale anti-rifugiati tra i tedeschi è del 21 %. In realtà l'Italia è un Paese in cui regna la massima disinformazione in materia di immigrazione.

Secondo un'indagine di Ipsos MORI, infatti, risulta che la maggioranza degli italiani ritiene la percentuale di immigrati nel Belpaese pari al 30 % della popolazione complessiva, di cui un 20 % di musulmani. Dati alla mano, gli immigrati in Italia costituiscono invece l'8 % di cui il 4 % di fede islamica. A proposito di religione, il 41,1 % degli italiani è contrario all'apertura di moschee.

Atti discriminatori

Il peggio, ovviamente, accade quando i luoghi comuni si trasformano in comportamenti conseguenti. Relativamente alle discriminazioni verso le donne, il 15,8 % le ha subite a scuola, il 36,6 % sul posto di lavoro ed il 44,4 % nella ricerca di un lavoro. La mappa della discriminazione verso gli omosessuali parla di un 24 % che ha subito atti vessatori generalizzati, di cui il 24 a scuola, quasi il 30 % nella ricerca di un lavoro ed il 22,1 sul posto di lavoro.

L'indagine si allarga andando ad analizzare rapporti con il vicinato (14,3 %), nella ricerca di un immobile in affitto (10,2), sui mezzi pubblici (12,4) e nell'ambito di una struttura sanitaria (10,2). Per quanto riguarda gli stranieri, il 16,2 % ha dichiarato di aver subito discriminazioni al lavoro, il 9,3 mentre cercava lavoro, il 10,5 nella ricerca di una casa in affitto, l'8.1 in locali o mezzi pubblici ed il 6,2 nelle relazioni con i vicini.

Uomini che odiano le donne

La campagna d'odio nei confronti delle donne è quella che lascia più sgomenti e si traduce spesso in violenze verbali o fisiche. Così, quasi il 12 % delle donne in Italia è stata aggredita verbalmente, nella maggioranza dei casi dal proprio partner, mentre l'8,5 ha subito uguale sorte sul luogo lavorativo.

Il 31,5 % delle donne tra i 16 ed i 70 anni ha subito almeno una volta nella vita una violenza, fisica o sessuale, da parte di un uomo, mentre il 16,1 % è stato vittima di stalking. Tra gli omosessuali, invece, la percentuale delle vittime di violenza è del 23,3 %. Le donne sono, inoltre, oggetto frequente di cyberviolenze e di molestie virtuali. Un'indagine VOX svolta in Italia tra l'agosto del 2015 ed il febbraio 2016, prendendo come spunto i post su Twitter, ha posto in evidenza che il 63 % di commenti negativi sono tutti all'indirizzo del gentilsesso.

La campagna dell'odio sui social network

La vasta diffusione e l'utilizzo massiccio dei social network diffonde l'odio in maniera virale. Bersaglio principale sono gli stranieri ed in base ad un report ONU sui diritti umani, ad esempio, è stato notato che sui profili italiani dei maggiori social ci sono terminologie di uso comune che sono ormai diventate tipiche nell'indicare il disprezzo nei confronti dei migranti.

Tra queste, al primo posto c'è il termine 'irregolari'. Post, fotografie, fake news che tornano di moda con cadenze periodiche, talvolta a distanza di parecchi mesi. Sono ormai facilmente smascherabili, eppure la gente continua a postarle e ripostarle, nonostante siano già state riconosciute come 'bufale', e trova sempre centinaia di 'like'. Degli stranieri si evidenzia solo il lato negativo e, purtroppo, negli ultimi anni sono aumentati anche i siti dichiaratamente razzisti. In ultimo, in tema di discriminazione prettamente religiosa, l'Italia si distingue a livello continentale come il Paese più islamofobo dove il 63 % si dichiara ostile ai musulmani. E meno male che Papa Francesco si sta prodigando per promuovere il dialogo interreligioso, motivo per cui anche il Pontefice è finito molto spesso nel mirino di questi nuovi crociati.