Nicola Loiotile, è questo il nome del malato 48enne di sclerosi multipla che, per poter avere un po' di sollievo dai continui spasmi e dolori a cui l'ha costretto questa tremenda malattia, ha bisogno di regolari dosi di cannabis terapeutica. Loiotile soffre di sclerosi da circa 9 anni, ma solo agli inizi di giugno dell'anno scorso ha riscontrato che, con l'utilizzo della cannabis medicinale, poteva ottenere un po' di tregua dai dolori di cui soffre.

Purtroppo, vivendo in Italia e nello specifico a Bari, l'uomo si è trovato a fare i conti sia con la consueta burocrazia italiana, che con una sorta di "pregiudizio" della classe medica, piuttosto restia nel valutare i potenziali benefici di questo tipo di trattamento.

Per questo motivo, Nicola è stato costretto a lunghi periodi di astinenza e, di conseguenza, a sopportare nuovamente forti dolori.

Una decisione estrema, ma necessaria

Dopo aver sofferto per giorni e aver cercato in ogni modo di trovare un metodo legale per ottenere i medicinali a base di cannabis utili ad alleviare le sue sofferenze, scontrandosi inevitabilmente contro un muro di gomma, al limite della disperazione, Nicola ha deciso di rivolgersi agli spacciatori. È lui stesso a riconoscere - intervistato da "Repubblica" - che è stata una decisione estremamente sofferta. Anche perché, ovviamente, la cannabis acquistata sul mercato illegale non è certo soggetta a controlli di qualità. E, oltretutto, dopo averla assunta ammette di essersi sentito, in alcuni casi, peggio di prima.

Loiotile non sarebbe un caso isolato

D'altra parte - come riferisce nell'intervista a "Repubblica" - il suo non sarebbe un caso isolato. Soltanto in puglia sarebbero centinaia, se non migliaia, i malati che si troverebbero costretti ad alimentare il mercato nero dei farmaci e i pusher, in quanto la burocrazia li costringe a periodi di astinenza a volte biblici e insopportabili.

E non stiamo parlando solo di malati di sclerosi multipla, ma la cosa riguarderebbe anche malati terminali o chi soffre di attacchi epilettici. Anche costoro, come Nicola, si troverebbero alla mercé degli spacciatori, con la conseguenza che, spesso, il rimedio è peggiore del male.

I benefici di una terapia regolare

Racconta Loiotile che, in base a quanto prescrittogli dal medico, dovrebbe assumere quotidianamente un grammo di Bediol, da assumere durante i pasti, e due grammi di Bedrocan, da inalare con il vaporizzatore.

Entrambi i medicinali sono a base di cannabis terapeutica, e i benefici sono notevoli. Infatti Nicola spiega che i movimenti sono più fluidi, permettendogli anche di muoversi con una sola stampella. Anche la qualità del sonno è migliore, e non soffre più di incontinenza. Però gli effetti benefici spariscono se si interrompe la terapia per più di 4 giorni.

Il problema è che i medicinali prescritti durano al massimo un mese. Successivamente è costretto ad attendere minimo 10 giorni, se non di più, prima di poter ottenere una nuova prescrizione. E in questo lasso di tempo l'effetto svanisce. Inoltre spesso si ritrova a fare i conti con l'ignoranza di alcuni medici, i quali sono convinti di trovarsi di fronte a dei drogati e non a delle persone affette da vere e proprie patologie.

Le lungaggini burocratiche e la richiesta a Emiliano

Un ulteriore fattore che rende difficile l'acquisizione dei medicinali è la burocrazia. Infatti, attualmente, in tutta la Provincia di Bari ci sono solo tre medici abilitati a prescrivere farmaci a base di cannabis terapeutica. Inoltre, dopo aver ottenuto la prescrizione, il malato deve recarsi alla farmacia ospedaliera che, a sua volta, ordina il preparato ad una farmacia privata esterna. È evidente come si tratti di un sistema lento e farraginoso.

Da qui la richiesta al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, perché intervenga e trovi il modo di dare la possibilità a questi malati di poter coltivare la pianta in casa, in mancanza di un'altra soluzione. Vedremo come risponderà il Governatore.