Il caso del mostro di Firenze è stato riaperto. La Procura e i carabinieri del Ros sospettano di un ex legionario, Giampietro Vigilanti, residente a Prato. L'uomo conosceva Pietro Pacciani, il sospettato numero uno del caso che ha scioccato il paese tra gli anni '60 e gli anni '80. Ci sarebbe quindi una nuova pista che legherebbe gli 8 duplici omicidi alla "strategia della tensione".

La vicenda

Otto furono le coppiette uccise dal mostro di Firenze. Sette di loro furono uccise all'interno delle loro auto. Il primo omicidio risale al 1968. Quell'anno il mostro spara a Barbara Locci, 29 anni e al suo fidanzato, Antonio Lo Bianco, 32 anni.

Il figlio della donna, di appena 6 anni, assiste alla scena. È proprio il bambino a dare l'allarme. Il secondo omicidio avviene nel 1974. Le vittime sono Stefania Pettini, 18 anni e Pasquale Gentilcore, 19 anni. Il ragazzo viene ucciso a colpi di pistola mentre Stefania viene accoltellata. Su di lei il maniaco infierisce anche con un tralcio di vite. Il terzo omicidio avviene nel 1981. Le vittime sono sempre due innamorati: Carmela Di Nuccio, 21 anni e Giovanni Foggi, 30 anni. Il mostro esporta il pube alla donna. Quello stesso anno, il maniaco colpisce ancora. Le vittime sono sempre giovanissime (24 e 26 anni). Anche in questo caso, il killer esporta il pube alla ragazza (Susanna Cambi). L'appellativo "mostro" arriva nel 1982 con l'uccisione di Antonella Migliorini 19 anni e Paolo Mainardi, 22 anni.

Durante i due anni successivi, il mostro di Firenze uccide altre due coppie. L'ultimo delitto avviene nel 1985: una giovane coppia viene freddata all'interno di una tenda. Anche in questo caso il killer mutila il corpo della donna.

La nuova pista

Giampietro Vigilanti era già stato coinvolto marginalmente nelle indagini. Nel 1985 i carabinieri perquisirono la sua casa ma non trovarono nulla.

Nel 1994, in seguito a gravi dissidi con il vicino, Vigilanti venne ancora perquisito. Trovarono dei proiettili Winchester serie H. Paolo Canessa, ora procuratore capo a Pistoia, avrebbe più volte interrogato l'ex legionario negli ultimi mesi. Le indagini sono ancora riservatissime. "Non ho fatto nulla, non ho paura" ha riferito Vigilanti in un'intervista rilasciata al telegiornale regionale della Rai. In merito al suo rapporto con il primo grande sospettato Pietro Pacciani, l'anziano ha risposto “Lo conoscevo io come lo conoscevano tutti, tutto qua".