Che le agenzie di recupero crediti spesso utilizzino dei metodi poco ortodossi per cercare di convincere i debitori a saldare le insolvenze, è cosa nota. Alcuni anni fa fece scalpore, in Italia, l'annuncio pubblicato in rete da un'agenzia del settore che cercava di reclutare culturisti ed ex galeotti prestanti fisicamente e con pochi scrupoli, per fare pressione sui morosi. Inoltre, a fare emergere la realtà dei metodi utilizzati in questo ambito, ci ha pensato in passato un ex professionista del settore, secondo il quale svolgere tale mansione "collide con chiunque abbia un'etica morale".

Ma vediamo fino a che punto si è spinta un'agenzia olandese.

Alla gogna in rete

Per cercare di convincere gli insolventi a saldare i debiti, un'agenzia di recupero crediti olandese invia loro un esattore che non si limita a sollecitare il pagamento ma, una volta raggiunta la persona interessata, con una telecamera viene registrato l'incontro - con tanto di predica per suscitare vergogna nell'individuo - dopodiché il filmato viene pubblicato su YouTube, e anche se il volto e la targa dell'automobile dell'interessato risultano coperti da una lieve velatura per evitare di sfociare in illeciti, chi conosce l'individuo è probabilmente in grado di riconoscerlo. Vedersi braccare da un esattore che si comporta con un "modus operandi" simile a quello degli inviati di trasmissioni televisive come "Le Iene", che però agiscono nei confronti dei truffatori, deve essere un'esperienza pesante.

Blitz in stile "Le Iene"

Nel video diffuso in rete, si vede l'esattore avvicinarsi al debitore con un foglio in mano, mentre una terza persona riprende la scena. L'agente gli grida qualcosa, e la "vittima" del blitz si allontana frettolosamente a bordo di un furgone bianco. "Se non paga i debiti entro un mese la mettiamo su YouTube", e così è stato.

Il metodo si è dimostrato molto persuasivo, nonostante il volto della persona non venga mostrato. Questa precauzione è stata presa perché i legali dell'agenzia hanno consigliato loro di non pubblicare i visi scoperti dei debitori.

Polemiche e perplessità

L'iniziativa, ovviamente, non ha mancato di sollevare feroci polemiche.

L'Autorità olandese per la protezione della privacy ha lasciato trapelare dubbi, mentre sul web l'iniziativa ha subito pesanti contestazioni. "Non avete niente da dire circa i banchieri? Perché loro non vengono puniti?", ha commentato un utente. Un altro, invece, ha evidenziato come azioni di questo tipo possano istigare al suicidio persone già rovinate: "è questo quello che volete? Ma in che mondo viviamo!". Altri, ancora, evidenziano come i debitori siano trattati peggio dei pedofili: "Gli insolventi vengono svergognati sul web, mentre i nomi dei pedofili non vengono pubblicati sui giornali".