Come non notare il drastico aumento di sfiducia nelle istituzioni degli ultimi anni, dei sentimenti anti-euro e anti-europa. Come biasimare chi ha perso il lavoro, l'azienda e a volte addirittura la vita di un parente a causa di questa tremenda crisi economica. Il nostro Paese è quello che più di tutti in Europa, dopo la Grecia, sta pagando le conseguenze di scelte politiche sbagliate. Non è gossip e non sono "chiacchiere, con l'ISTAT arriva la doccia fredda: in 10 anni in Italia i Poveri sono triplicati.

I nuovi dati ISTAT, indice di povertà

Secondo una nuova ricerca dell'Istituto statico nazionale i poveri in Italia, ovvero coloro che non hanno a disposizione un reddito sufficiente per l'autosostentamento, sono 4,74 milioni.

Il dato posto così non significa un granché, ma se lo si rapporta al dato del 2006 diventa sconvolgente. Appena 10 anni fa i poveri in Italia erano "solamente" 1,66 milioni, questo vuol dire che in un decennio sono triplicati. Nel dettaglio le persone oggetto della ricerca sono individui che vivono al di sotto della soglia della povertà assoluta. L'indici su questa recessione si è fatto sentire soprattutto al meridione. L'ISTAT dunque afferma che il numero di persone che non riescono ad acquistare beni e servizi di prima necessità è aumentato di 3 milioni di unità dal 2006 al 2016. Nell'insieme della popolazione si tratta del 7,9%, se questo dato poi lo accostiamo ai dati sulla fertilità il quadro è ancora più allarmante.

Il tasso di fertilità in Italia è di 1,35 bambini per ogni donna contro la media Europea di 1,58. Un altro dato statistico non confortante è quello sull'abbandono del nido familiare che in Italia avviene in media tra i 31/32 anni, ben 5/6 anni dopo la media europa. Il motivo del perché ci siano sempre meno nati in Europa ce lo spiega Gigi De Palo, presidente del forum famiglie della CEI, in questa situazione economica fare figli significa "diventare poveri".

L'appello del presidente del Forum famiglie

Le parole del presidente del Forum sulla famiglia sono dure. In special modo si rivolgono alle Istituzioni, ree di non aver elaborato una fiscalità che tiene conto della componente familiare. Secondo Gigi De Palo, i bambini non sono visti come un bene collettivo da proteggere, questo perché in Italia non esistono norme adeguate mirate alla salvaguardia delle famiglie. "Non perdiamo occasione di essere ancorati al futuro", spiega il presidente, bisogna trasformare le proposte in fatti concreti.