Accade a Brindisi, pochi giorni fa, dove una coppia di malviventi ha ben pensato di mettere in atto una rapina a mano armata ai danni di uno dei bar più conosciuti della zona. A tradirli non sono state proprio le telecamere di sorveglianza, bensì un selfie che i due, molto poco intelligentemente, si sono scattati in auto poco prima di entrare nel locale per la rapina, quando ancora erano appostati in macchina. Scattano dunque le manette per due giovani appena maggiorenni: Giovanni Quaranta, di ventuno anni e Walter di ventidue anni, ma proseguono le indagini che sembrano coinvolgere anche una terza persona, ancora minorenne.

Una mentalità 'social' che li fa finire dietro le sbarre

Se non fosse stato per quella fotografia scattata poco prima, e se avessero sicuramente preso degli accorgimenti più intelligenti, avrebbero forse avuto qualche possibilità di "passarla liscia", ma i selfie rinvenuti nel cellulare di uno dei due ragazzi e le immagini delle telecamere di sorveglianza non hanno lasciato alcun dubbio agli inquirenti che hanno subito bloccato ed arrestato i due delinquenti. Si attende ora la sentenza in tribunale, per i due giovani che saranno ascoltati ed affiancati dagli avvocati Livio Di Noi e Daniela D'Amuri. Che si sia trattato di una ragazzata (anche se di ragazzata ha ben poco, viste le armi che i delinquenti avevano "in dotazione" al momento dell'assalto al locale), o che si tratti di una rapina completamente male organizzata non poi molta importanza e non passerà di certo inosservata, soprattutto perché la storia potrebbe, quasi sicuramente, strappare una risata (forse amara) a chiunque ne verrà a conoscenza.

Non è certo una cosa che capita tutti i giorni, sapere che due giovanissimi delinquenti riescono a farsi arrestare con un selfie che li raffigura appena qualche istante prima della rapina, e proprio per questo motivo, molte persone che vivono i social network come una droga, dovrebbero soffermarsi un attimo a riflettere. Quanto accaduto a Brindisi è solo una piccola parentesi, un piccolo esempio di ciò che i telefonini (quegli stessi apparecchi che un tempo venivano utilizzati solo per telefonare in casi di emergenza) stiano, o forse siano già diventati per noi.

Aggeggi elettronici che "vivono" al posto nostro, catturando la nostra attenzione e "risucchiando" parte della nostra intelligenza, rendendoci più stupidi e meno capaci di riflettere prima di compiere una qualsiasi azione.