E' un nuovo missile balistico, questa volta diretto contro il Giappone, a far temere di nuovo il rischio di un conflitto nucleare. Il militarismo implacabile di Pyongyang è evidentemente una minaccia, e parlare di Terza guerra Mondiale per l'intelligence USA, non è solo precauzionale, ma "una misura di sicurezza" che spinge Washington a stringere il giro di vite sugli armamenti nucleari e sulle sanzioni che inevitabilmente colpiranno ancora la Corea del Nord per l'ennesimo test, oltre che la Russia e l'Iran. Questa volta il missile, presumibilmente Icbm, è terminato nelle acque di competenza del Giappone, scatenando la reazione del primo ministro giapponese Shinzo Abe, il quale ha ribadito di volere "condannare in ogni modo i lanci di Pyongyang", e la sua volontà di collaborare strettamente con la comunità internazionale, tra cui Stati Uniti, Corea del Sud, Cina e Russia.

Sanzioni Usa: la risposta di Pyongyang e Russia

Non sono valse a molto in tal senso le sanzioni Usa, che non hanno negato a Kim Jong un il piacere di un nuovo test missilistico. In più, la tensione sale anche sul versante Russia-Usa, ora i ferri corti per le sanzioni contro il Cremlino, le quali stanno inevitabilmente aumentando il gelo tra le due potenze in causa. Non a caso le dichiarazioni di Vladimir Putin lasciano intendere una pronta reazione della Russia alla logica ormai collaudata da Washington di intimorire la sua unica antagonista nel dominio geopolitico mondiale. Infatti, nonostante continui a mostrare pazienza in relazione alle sanzioni occidentali, Putin afferma che "ad un certo punto la Russia dovrà inevitabilmente rispondere all'arroganza".

Il rischio è quello di avviarsi lentamente verso una Terza Guerra Mondiale, con una Russia che promette filo da torcere agli Usa, ma non risparmia neanche l'Unione Europea, avvertita nelle ultime ora proprio dal presidente Vladimir Putin, il quale sostiene che "se l'Unione Europea sosterrà le sanzioni statunitensi la risposta della Russia danneggerà oltre agli Usa, anche l'Unione Europea".

Inoltre, a favore della Russia potrebbero esserci anche molti Stati membri europei, sempre più infastiditi dalla presenza ingombrante di Washington e della sua politica unilaterale, a quanto pare incentrata nel tirare acqua al proprio mulino recando danno alle numerose imprese europee.

Cina: stop a nuovi Thaad in Corea del Sud

A fronte di tutto ciò, nelle ultime ore Pechino si sarebbe espressamente schierata contro nuovi dislocamenti di lanciamissili antiaerei (Thaad) in Corea del Sud, e avrebbe insistito molto, in tal senso, come riporta la dichiarazione del portavoce del ministro degli Esteri cinese Geng Shuang. Situazione che dunque tende a complicarsi anche sul fronte Cina, che vorrebbe necessariamente anche il ritiro degli armamenti già schierati, reputati oggettivamente una minaccia alla pace e un pretesto per la politica dissennata del leader nordcoreano Kim Jong un. Pechino infatti insiste affinché la Corea del Sud e gli Stati Uniti valutino anche gli interessi della Cina, ma a quanto pare le mire di Donald Trump sarebbero quelle sottese di un progressivo ampliamento sul territorio asiatico, come afferma anche Pyongyang.