Le Ramblas di Barcellona sono soltanto l'ultimo teatro di una lunga scia di terrore da parte dell'Isis, la cui strategia appare, attentato dopo attentato, sempre più evidente. In origine fu Parigi, poi Nizza. Successivamente toccò a Berlino e Londra. Ora nel mirino la Catalogna. In un futuro prossimo l'Italia? Apparentemente, nessuna di queste città è legata tra loro, se si esclude il carattere di capitale di Parigi, Berlino e Londra. La firma, però, è sempre la stessa, quella nera dello Stato islamico, che colpendo Barcellona ha palesato, ulteriormente, ciò che sembra essere una vera e propria strategia.

In pochi hanno evidenziato un aspetto che ricorre sempre prima degli attentati. Ed è proprio tale dettaglio che dovrebbe far preoccupare le istituzioni italiane.

Influenza sull'ordinamento degli Stati europei

Prima la strage al Bataclan. Un anno dopo Nizza. Parigi e la Francia pagano il tributo più grande. La domanda è: perché proprio Parigi? Perché la Francia? Si parla sempre dei foreing fighters, della scarsa integrazione di queste persone che cercano il martirio in nome dell'Isis. Due aspetti di certo presenti, ma che da soli non sono forse sufficienti a spiegare fino in fondo come stanno realmente le cose. Dall'attentato di Nizza del 14 luglio 2016 alle elezioni presidenziali del 23 aprile di quest'anno la distanza è di 9 mesi.

Mercatini di Natale di Berlino, 19 dicembre 2016. La Germania conosce l'incubo attentato. Al termine dell'azione terroristica si conteranno 12 morti e oltre 50 feriti. I tedeschi saranno chiamati al voto per le elezioni federali il prossimo 24 settembre. Anche in questo caso la distanza è di 9 mesi, sebbene non ci si debba tanto focalizzare sul numero 9, bensì sul fatto che gli attentati vengano scatenati a ridosso di importanti elezioni per il futuro del governo di quello o quest'altro Paese.

Ponte di Westminster, Londra, 22 marzo 2017. Un attentato ferisce a morte 4 persone che camminavano sul ponte oltre ad una guardia a difesa della sede del Parlamento. Il cuore della capitale inglese viene colpito in primavera. Tre mesi dopo, l'8 giugno, si sarebbero tenute le elezioni che hanno portato ad un Theresa May bis, senza però quella forza su cui la prima ministra britannica poteva contare, stando a quanto dicevano i sondaggi, prima dell'attentato.

Con conseguenze tangibili nel braccio di ferro tra Londra e Bruxelles sulla Brexit.

Ramblas, Barcellona, 18 agosto 2017, ieri. Un primo bilancio ufficiale parla di 13 vittime. Come una sorta di rituale, a breve distanza arriva la rivendicazione dell'Isis. Stavolta, ad essere colpita, è la Spagna, o meglio, la Catalogna, attesa al 1° ottobre ad un importantissimo referendum per sancirne l'indipendenza, che potrebbe avere un effetto dominio su diverse altre realtà della penisola iberica. Solo coincidenze?

Elezioni politiche in Italia nel 2018

L'Isis, attraverso i suoi attentati in Europa, ha dato dimostrazione di conoscere le dinamiche interne di ogni singolo Stato, colpendo sempre in prossimità di un'importante tappa politica di ciascun Paese.

Le elezioni presidenziali in Francia, quelle federali in Germania, il difficile post Brexit in Inghilterra, il referendum per l'indipendenza della regione catalana in ultimo.

Ciò deve suonare come ulteriore campanello d'allarme per l'Italia, che si appresta a vivere l'inizio della campagna elettorale in vista delle elezioni politiche della primavera 2018. Il nostro ministro degli Interni ieri ha sottolineato come in Italia l'allerta sia massima nonostante non ci sia alcun segnale di pericolo concreto nell'immediato futuro. Sarà sufficiente ad evitare il prevedibile, ennesimo, attentato dello Stato islamico al cuore di un'Europa ferita?