Nel pomeriggio di giovedì 17 agosto 2017 la città di Barcellona, cuore della Catalogna, è stata colpita da un attacco terroristico.

La dinamica dell’attentato

Ieri pomeriggio, intorno alle ore 17.00, un van bianco si è scagliato sulle centinaia di persone che affollavano la Rambla, rinomata passeggiata catalana attrazione per turisti e abitanti della zona, travolgendo più di un centinaio di persone. Il van ha invaso la famosa zona alla velocità di 80 chilometri orari, travolgendo i pedoni e proseguendo la folle corsa per circa 600 metri prima che il conducente arrestasse la sua corsa per poi scappare via.

Il bilancio è di ben 100 feriti di cui 15 gravi, e 13 morti, tra i quali figurano una donna belga e tre tedeschi.

Rischio italiani coinvolti

La Farnesina ha inviato sul luogo dell’attentato il Personale dell’Unità di Crisi, che partirà col primo volo utile al fine di offrire aiuto ai connazionali in difficoltà. È stato inoltre attivato un numero di emergenza che fa capo al Consolato Generale d’Italia a Barcellona: per eventuali comunicazioni o informazioni il riferimento è 0034 934 677 306.

Attentatore ancora in fuga

Nonostante gli arresti di due complici, di origine magrebina e di Melilla, rispettivamente ad Alcanar e a Ripoll, il conducente del van non è stato ancora fermato. A dare la notizia le autorità di polizia durante una conferenza stampa tenutasi qualche ora fa.

Le stesse inoltre smentiscono che il fuggiasco si sia barricato in un ristorante turco prendendo in ostaggio alcune persone che si trovavano sul posto, confermando invece che l’uomo ucciso dopo aver forzato il posto di blocco a Sant Just Desvern era estraneo ai fatti dell’attentato.

La rivendicazione dell’Isis

Mentre le autorità fanno i conti con il bilancio delle vittime della Rambla, proclamando tre giorni di lutto in tutta la Generalitat, l’Isis attraverso “Amaq” rivendica l’attentato, insignendo gli autori del gesto a soldati dello stato Islamico.

Solidarietà a Barcellona

Il premier spagnolo Rajoy è volato a Barcellona per partecipare ad un vertice sull’antiterrorismo, e promette massimo impegno nel trovare ed arrestare i responsabili del folle gesto che ha colpito la capitale catalana, e soprattutto nel fortificare le misure di sicurezza. Anche il Re Felipe VI condanna il gesto, chiamando gli attentatori assassini, criminali che tuttavia non piegheranno il mondo.

Anche alcune figure importanti della politica italiana, come il Premier Paolo Gentiloni ed il Ministro degli Esteri Angelino Alfano esprimono il loro cordoglio via Twitter, ai quali si affianca anche il messaggio solidale del Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani.

I fatti precedenti

Appena 13 anni fa, nell’ormai lontano 17 marzo del 2004, la Spagna fu dilaniata da un altro attentato, diverso nelle dinamiche, che colpì quattro convogli nel pieno centro di Madrid. Lo scoppio provocò 192 morti, di cui 177 nell’immediato, e ben 2057 feriti. Alle 7.39 esplosero tre bombe sul treno fermo al binario 2 della stazione di Atocha, nel pieno centro della capitale castigliana; dopo qualche secondo, alla stazione di Téllez, quattro bombe ne distrussero un altro.

Due minuti dopo due bombe distrussero un treno, e molte vite, a El Pozo. Il colpo finale, alle 7.42. Il treno 21713 esplose a causa di una bomba alla stazione di Santa Eugenia, mettendo la parola fine a quello strazio durato appena tre minuti.