Ennesimo caso di parenti serpenti. Danilo De Giovanni di 63 anni è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione, per avere derubato la zia mentre era suo tutore legale. L'uomo residente a Bologna ha depredato la zia Rina Magagni, portandole via il suo intero patrimonio in più di tre anni. In circa tre anni e mezzo il nipote ha sperperato un patrimonio di circa 270 mila euro in conti correnti e in titoli, lasciando la zia in una casa di riposo, ignara dell'accaduto.

La vicenda

La strana vicenda è iniziata nel lontano 2002, quando l'anziana zia di De Giovanni è stata interdetta legalmente forse perché non più in grado di amministrare da sola il suo ingente patrimonio.

In un primo momento, era stato nominato tutore legale della signora il fratello. Nel 2004 Rino, fratello della Magagni ed oramai 90enne, aveva rinunciato all'incarico, permettendo al figlio di subentrare nella gestione del patrimonio della parente. Dal quel momento l'ingente somma della signora ha cominciato a scemare; in soli nove mesi più di 250 mila euro sono scomparsi, non si sa dove. Nel novembre del 2007 la signora Magagni è deceduta, e i suoi eredi hanno cominciato ad indagare sulla scomparsa del denaro. I parenti della morta hanno subito denunciato il nipote per truffa e peculato.

La condanna

Dopo un'interminabile iter burocratico, il De Giovanni è stato finalmente condannato nei giorni scorsi in via definitiva per peculato, assolto invece per il reato di truffa nei confronti della zia.

Nel lungo procedimento penale in cui all'imputato è stata anche tolta anche l'amministrazione dello stadio comunale San Lazzaro, egli si è giustificato dicendo che le somme mancanti erano servite a pagare la casa di riposo della zia. Una versione che non ha convinto per niente i giudici, visto che la donna percepiva anche una pensione.

In realtà secondo i magistrati l'unico responsabile del furto è stato considerato proprio il De Giovanni, poiché era l'unico ad avere accesso al patrimonio della donna. In più in tre anni il colpevole non aveva mai presentato i resoconti dei beni della zia, previsti invece dal codice civile della nazione.

La causa al ministero della giustizia

I legali degli eredi della Signora Magagni, hanno inoltre depositato in tribunale un'istanza per fare causa al Ministero della Giustizia e chiedere un risarcimento danni. Secondo Stefano Leone infatti, uno dei difensori dei richiedenti, sono state riscontrate delle gravi mancanze da parte dell'ufficio del giudice tutelare che avrebbe dovuto vigilare sull'operato del De Giovanni, salvaguardando gli interessi dell'anziana zia. Gli avvocati per altro sono sicuri di avere trovato altri casi di questo genere nell'operato dei giudici tutelari in generale. Secondo i difensori infatti, sembra che i tutori legali non siano abbastanza controllati in generale in Italia, un vero problema per i poveri indifesi che da soli non si sanno amministrare, e che sono preda sempre più spesso di approfittatori senza scrupoli.