Dopo aver ammonito il vecchio alleato, la Cina 'bacchetta' anche gli Stati Uniti. Nella sua scomoda posizione da mediatore, Pechino si trova praticamente tra due fuochi, ma Xi Jinping inizia ad essere stanco della voce grossa di Kim Jong-un e Donald Trump. Così il ministero degli esteri cinese ha prodotto una nota ufficiale, nella quale chiede epressamente alla Casa Bianca di "moderare i toni".

Pechino predica prudenza

La situazione, come sottolinea il governo cinese, è diventata "altamente complicata e sensibile. Pertanto ci auguriamo che le parti usino maggiore cautela ed adoperino la dovuta prudenza".

Pechino definisce "pericolosa" la retorica statunitense, tale viene considerata la minaccia di "fuoco e fiamme" espressa da Trump nei confronti di Pyongyang. "Le provocazioni portano solo ad un'ulteriore escalation della tensione. Auspichiamo quanto prima il ritorno del dialogo e dei negoziati". Un avvertimento del genere, soltanto pochi giorni fa, era stato lanciato anche nei confronti di Kim Jong-un.

La stampa cinese critica Trump

"Non è con questi scambi di parole che si può trovare una soluzione alla questione nucleare nella penisola coreana". La presa di posizione indirizzata verso un ritorno alla diplomazia viene espressa dall'agenzia di stampa cinese Xinhua che, in pratica, riprende le parole degli esponenti di governo.

Nel mirino le dure dichiarazioni di Trump nei confronti del suo omologo nordcoreano. "Questo approccio ostile non serve a nulla, solo a peggiorare le cose. Bisogna tornare alla ragione e confrontarsi con impegno su una soluzione pacifica. Non dovrà esserci alcun conflitto armato - prosegue l'agenzia Xinhua - perché in questa questione non c'è spazio per giocare con il fuoco".

Guerra imminente? Tillerson ridimensiona l'allarme

Tra le ultime dichiarazioni, da una parte e dall'altra, quella che ha destato maggiore preoccupazione oltre al 'fuoco e fiamme' di Trump, è l'eventuale attacco che la Corea del Nord ha minacciato nei confronti della base statunitense di Guam. Ma le ultime dichiarazioni del segretario di Stato americano, Rex Tillerson, tendono a ridimensionare la minaccia.

Il capo della diplomazia USA è stato in visita nelle Filippine, Thailandia e Malaysia ed ha fatto tappa a Guam. "Ciò che ho visto e di cui sono a conoscenza indica che la situazione non è drammaticamente cambiata - ha sottolineato - e, pertanto, gli americani dovrebbero dormire sonni tranquilli". Tillerson ha commentato anche le ultime parole del suo presidente. "Vuole solo mandare un forte messaggio alla Corea del Nord con parole che Kim Jong-un possa capire".