Roma, delirio davanti al centro di accoglienza della Cri al tiburtino III: un profugo accolto nel centro ha lanciato sassi contro dei bambini che stavano giocando proprio di fronte alla struttura.

Rivolta popolare

Una madre, dopo aver visto l'eritreo lanciare sassi ai bambini che stavano giocando di fronte al centro d'accoglienza del Tiburtino, ha cercato di ribellarsi e di protestare, ma è stata circondata ed è rimasta a lungo nel centro senza poter uscire. Il motivo della rivolta popolare sarebbe stato proprio questo: il sequestro della donna.

I bambini sono stati aggrediti dal lancio di sassi alle 22.30 circa e la donna sarebbe stata trattenuta all'interno del centro fino a quando verso la mezzanotte, sono intervenuti in soccorso gli abitanti del quartiere facendo scatenare una vera e propria rivolta.

Yacob, l'uomo di 40 anni colpevole di aver lanciato i sassi è rimasto colpito con una coltellata alla schiena, ora si trova ricoverato all'Ospedale Sandro Pertini di Roma; per ora sembra comunque essere fuori pericolo, ma è stata aperta un'indagine per capire meglio la sequenza dei fatti. Lui ai carabinieri della compagnia Montesacro ha dichiarato di non aver lanciato alcun sasso ai bambini e che avrebbero solo chiuso la donna nel centro per attendere l'arrivo de carabinieri e non farla scappare.

Da tempo vi erano contrasti

Da quanto emerso dalle testimonianze degli abitanti della zona, erano già parecchi mesi che si respirava aria di rivolta al quartiere tiburtino. Secondo Mauro Antonini, responsabile regionale di Casapound Italia, era già stato fatto un sopralluogo e la situazione non era piacevole ma "i residenti della zona non sono stati ascoltati".

Antonini ha dichiarato che nella struttura sono stati ospitati molti più profughi di quanti ne potevano essere accolti e questo non va bene, "il centro andava chiuso". L'ospitalità incontrollata ha fatto si che i residenti si ritrovassero improvvisamente molti profughi bivaccare giorno e notte per strada, destando insicurezza tra la popolazione.

Antonini ha accusato la classe politica di essersi dimenticati degli abitanti del tiburtino poichè località periferica, lasciando in mano al caos il quartiere.

La Presidente della Croce Rossa Deborah Diodati ha dichiarato che il centro potrà anche essere chiuso se si dovrà vivere in un clima di tensione continua, unico problema i profughi, ben 80 che dovranno essere ricollocati in altre strutture d'accoglienza.