Ben 450mila tonnellate di veleni sparsi nell’aria, una quantità di CO2 inimmaginabile che sta distruggendo l’ambiente, 2.500 ettari di Parco Nazionale già carbonizzato. È questo il primo bilancio spaventoso dei roghi che da metà agosto stanno devastando l’Abruzzo, la Regione Verde dei Parchi d’Europa. A fornire i numeri è stata l’Associazione ‘Ambiente è/e Vita’ che ha elaborato i dati con il supporto del dottor Giuseppe Pomposo della Res-Gea, spin off del Dipartimento di Geologia dell’Università ‘D’Annunzio’ di Chieti-Pescara, e la dottoressa Silvia Di Paolo, coordinatrice della Segreteria scientifica della stessa Associazione

Incendi in Abruzzo, la guerra continua

La guerra contro il fuoco non è dunque finita in Abruzzo.

Nell’ultima notte sono state evacuate case e fattorie per salvare almeno le persone dinanzi alla distruzione del fuoco, che ha circondato rifugi di montagna, salvati solo dalle tonnellate di acqua lanciate dall’alto dai Canadair. Ma già al mattino i focolai che sembravano spenti hanno ripreso vigore e la battaglia impari è ricominciata. E arrivano i primi dati che parlano della distruzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e della Maiella, con la scomparsa di decine di tipologie di vegetazione, faggeti, conifere, terreni a pascolo, con un danno per l’economia abruzzese incalcolabile.

Incendi in Abruzzo, i dati di Ambiente è/e Vita

“Con la Res – Gea – ha illustrato il Segretario Regionale di ‘Ambiente è/e Vita’ Patrizio Schiazza - abbiamo creato e attivato una piattaforma diagnostica e conservativa del territorio attraverso cui abbiamo monitorato gli incendi in Abruzzo dal primo giugno al 29 agosto, per quantificare gli ettari di bosco che sono bruciati e la classificazione delle specie vegetative perse, una piattaforma aggiornabile attraverso i satelliti, utile per individuare i focolai d’innesco, per calcolare l’implementazione del disastro e del rischio idrogeologico conseguente, soprattutto quando l’incendio è vicino a infrastrutture pubbliche come la Ferrovia Sulmona-L’Aquila, e i risultati raccolti sono spaventosi”.

Incendi in Abruzzo, Campo Imperatore

A Campo Imperatore sono stati carbonizzati 390 ettari di bosco, 3milioni e 900mila metri quadrati di verde, con l’emissione di 20mila tonnellate di CO2, corrispondenti a un’auto a diesel che percorre 3.247 chilometri due volte, cioè l’Italia da nord a sud. Per compensare il danno ambientale si dovrebbero ora gestire in modo sostenibile 344 ettari di bosco tutt’attorno alla zona carbonizzata.

Incendi in Abruzzo, il Morrone

Peggio sul Morrone dove, sino a oggi, sono bruciati 2.082 ettari di bosco, con l’emissione di 404mila tonnellate di CO2: oggi servirebbero 7mila ettari di bosco, gestito in modo sostenibile, per compensare tale emissione, ma pensiamo che Città del Vaticano si estende su 44 ettari per capire di quali misure parliamo.

Complessivamente dal 31 maggio al 29 agosto si sono calcolati 90 incendi, un terzo dei quali sul Morrone

Chi ha appiccato il fuoco, l'identikit

Ma non è finita: la piattaforma satellitare ha permesso di individuare e di studiare anche alcuni degli inneschi. E così è saltato fuori che il 19 agosto scorso, alle 12 in punto, nell’abitato di Pacentro, il paese d’origine della cantante Madonna, sono emersi due punti di innesco distinti, due inizi di incendio, entrambi piazzati a mezza costa, su un versante estremamente ripido della montagna, non facilmente raggiungibile da chiunque, ma solo da chi è un vero conoscitore degli spazi, dei luoghi, è molto esperto ed è ben equipaggiato per arrivare in quei punti e tagliare la corda prima di essere circondato dal fuoco.

I due punti di innesco erano molto distanti dalla strada, in una posizione scomoda, in modo che il fuoco si vedesse solo quando l’incendio era già divampato. Cosa che conferma l’identikit delle mani che stanno devastando l’Abruzzo e soprattutto la presenza di una regia studiata a tavolino