Ancora una volta è allarme terrorismo. Dopo i recenti avvenimenti sanguinosi in Spagna e in Finlandia, una nuova strage, sicuramente di portata maggiore, stava per abbattersi su di un volo Etihad in partenda dall'Australia e diretto ad Abu Dhabi. Gli organizzatori dell'attacco sarebbero quattro fratelli libanesi che avrebbero tentato di far saltare l'aereo, circa 20 minuti dopo la sua partenza, con degli ordigni nascosti in una Barbie e un tritacarne, con l'intento di far precipitare l'aereo. Fortunatamente però la borsa con gli esplosivi non è stata imbarcata in quanto superava il limite di 7 kg imposto dalla compagnia aerea.

Due dei quattro fratelli, Khaled e Mahmoud Khayyat, si trovavano in Australia, mentre il prescelto kamikaze, Amer, ha cercato di imbarcarsi con le due bombe, ma per fortuna è stato arrestato verso metà luglio in libano di ritorno da un viaggio in Australia. L'ultimo dei fratelli, Tarek, è un anziano membro del pericoloso stato islamico e vive nella città siriana di Raqqa. Ed è proprio grazie a lui che l'attentato è stato sventato. Infatti da quando Tarek si è trasferito a Raqqa, diventando uno dei comandanti dell'ISIS, l'intelligence libanese ha aumentato i controlli e ha iniziato a seguire passo passo le sue mosse e quelle dei suoi fratelli, tra cui quelle di Amer, il tentato kamikaze, che nell'ultimo periodo ha intrapreso numerosi viaggi tra il Libano e l'Australia usando vari pretresti, che hanno insospettito le autorità.

Le parole del ministro libanese Nouhad Machnouk

Sull'argomento è intervenuto anche il ministro dell'interno libanese, Nouhad Machnouk, che ha affermato che il piano dei quattro fratelli Khayyat sventato in Australia è stato un chiaro tentativo di: "punire gli Emirati Arabi Uniti e l'Australia che fanno parte della Coalizione guidata dagli Stati Uniti contro gli estremisti.

Ma se quattro fratelli libanesi in Australia decidono di far saltare in aria un jet Etihad degli Emirati, significa che tutto il mondo dovrebbe lavorare insieme per combattere il terrorism". Il primo ministro ha concluso poi il suo intervento marcando l'attenzione sui controlli da parte di tutte le forze dell'ordine: "Il coordinamento dovrebbe essere 24 ore su 24 e tra tutti le agenzie di sicurezza".

Fortunatamente questa volta non c'è stata nessuna vittima, resta però cruciale un maggiore controllo da parte delle forze speciali per evitare che tragedie come quella che ha colpito pochi giorni fa la Spagna cessino di verificarsi una volta per tutte.