In alcuni paesi esteri era ricapitato già diversi anni fa di vedere finire online il nome di chi non paga le tasse, ma nel nostro paese fino ad oggi non si è arrivati a tanto, anche perché il Garante della privacy già nel 2015 si è espresso contro questa possibilità, stabilendo che pubblicare in rete una "black list" di cittadini insolventi è "illegittimo e ingiustificato", nonché "lesivo della privacy e della dignità personale". Ma è quanto è avvenuto nel Comune di Solesino, in provincia di Padova, dove - inavvertitamente - sono stati pubblicati sul web il nome, il cognome e addirittura l'indirizzo e la targa di coloro che non hanno fatto fronte al pagamento delle multe.

La gogna dei cattivi pagatori

A dare risalto alla notizia - poi ripresa da varie testate nazionali - è stato "Il Mattino" di Padova, che ha reso noto che per due mesi sono stati pubblicati sul web i dati personali di chi non aveva ancora pagato le multe. Sessanta giorni in cui nessuno dal Comune ha fatto qualcosa per rimediare all'errore. Almeno fino a quando qualcuno non si è presentato in Comune sollevando con fermezza la questione. Ma a quell'elenco dei cattivi pagatori era già stato scaricato e fatto girare in rete, ledendo la privacy delle persone coinvolte ed esponendole alla gogna.

Il caso rischia di finire in tribunale

Nomi di persone, ma anche di aziende, con tanto di indirizzo e codice fiscale.

Dati sensibili che secondo Antonio Paribello, il Consigliere comunale che ha sollevato la questione, rischiano di creare problemi a chi suo malgrado si è ritrovato coinvolto nella vicenda. "Si tratta di dati personali che possono essere usati in qualsiasi negozio di telefonia attivando una utenza telefonica a nome dell'ignaro cittadino coinvolto, con tutti i rischi che questo può comportare" ha commentato il Consigliere, che non intende limitarsi a protestare.

"Ci siamo rivolti ad un avvocato e siamo pronti a imbastire una class action - sostiene - è un fatto grave e ci sono presupposti penali".

L'elenco finito in rete riguarda ben 647 persone, per un totale di 618mila euro di sanzioni non pagate già iscritte a ruolo, della cui riscossione dovrà occuparsi la nuova agenzia che ha recentemente preso il posto di Equitalia.

Ma ora il caso finirà probabilmente davanti al Garante della privacy, che potrebbe elevare sanzioni pesanti. Nel frattempo anche se l'elenco di nomi è stato rimosso dal sito, le sette pagine di nomi continuano a girare tra i cittadini, condivise sui social network e di smartphone in smartphone.