Si è parlato a lungo della bambina londinese che sotto la circoscrizione del quartiere di Tower Hamlets era stata affidata a una famiglia di musulmani osservanti. Le ragioni per cui fosse stata allontanata dai suoi genitori naturali sono tuttora sconosciute.

A riportare i fatti nei giorni scorsi era stato proprio il quotidiano londinese "Times" riferendoci i racconti della bambina traumatizzata dal trovarsi in una famiglia così diversa dalla sua.

Il fatto

La circoscrizione di Tower Hamlets, sebbene le linee guida della Gran Bretagna in merito all'affido, impongano che nella ricerca della famiglia le autorità si assicurino che il background linguistico e culturale nonché le convinzioni religiose siano rispettate, aveva affidato una bambina cristiana ad una famiglia di musulmani molto religiosi e conservatori.

Le testimonianze della bambina

Ciò che più ci ha sconvolto del fatto sono state le testimonianze sulla vita nella nuova famiglia che la bambina ha riportato alla sua mamma biologica durante gli incontri settimanali di ufficio.

La bimba ha infatti espresso il suo forte disagio nel trovarsi in una famiglia dove nessuno parla l'inglese, ma dove anzi era stata incoraggiata a studiare lei stessa l'arabo. Inoltre, a sentire i suoi racconti, i nuovi genitori le avevano impedito di portare al collo la catenina con la croce, e di mangiare alcuni dei suoi piatti preferiti perché contenenti carne di maiale.

Il passo indietro

Londra ci ha ripensato, su decisione di un giudice ieri la piccola è stata riunita con i suoi familiari.

La bambina di madrelingua inglese e famiglia cristiana è stata accompagnata a casa dalla nonna, a deciderlo è stato il magistrato Khatun Sapnara, per altro musulmano praticante, sostenendo che fosse nel miglior interesse della bambina poter essere ricongiunta con un membro della famiglia che fosse in grado di promuovere il suo benessere e soddisfare le sue esigenze in ambito di etnia, religione e cultura.

Diversi membri del parlamento e della circoscrizione di Tower Hamlets si erano già pronunciati nei giorni seguenti, sostenendo che il benessere della bambina dovesse venire messo al primo posto. Si è specificato che questo fatto non ha nulla a che vedere con discriminazioni razziali in quanto la legge sull'affido della Gran Bretagna parla chiaro: il patrimonio culturale dei bambini in affido deve essere rispettato dalla famiglia affidataria.

Il presidente del comitato ha dichiarato: "Sarei preoccupato anche se un bambino musulmano fosse stato adottato da una famiglia cristiana che non parlasse la sua lingua, e che a quanto pare, non mostrasse il minimo rispetto per la sua cultura".