Doveva essere un'esperienza spensierata e divertente, invece si è rivelata una spiacevole disavventura. Laura Martini, una madre empolese, lo scorso 28 luglio ha accompagnato il figlio con disabilità ad assistere al concerto di Luis Fonsi, celebre cantante portoricano dell'amatissima hit 'Despacito' in piazza Napoleone, evento inserito nella programmazione dell'edizione 2017 del famoso lucca summer festival. I due, però, hanno dovuto seguire la kermesse da molto lontano e per di più il ragazzo, che utilizza una carrozzina, si è ritrovato ad avere la balaustra in ferro del 'recinto' all'altezza degli occhi.

Un'insopportabile odissea

La madre ha spiegato che i problemi sono iniziati già ben prima del concerto, perché gli addetti posti al controllo dei biglietti hanno avuto un comportamento decisamente poco educato e non l'hanno fatta passare insieme al figlio dall'ingresso più prossimo alla pedana, obbligandola a fare il giro completo delle mura per l'assenza di un cartello che indicasse l'entrata riservata alle persone con disabilità. La donna si è detta molto avvilita per il fatto che il figlio non abbia potuto godersi l'evento come il resto dei partecipanti, nonostante lei abbia speso una cifra considerevole per gli altri due biglietti, il suo e quello della seconda figlia e dichiara che, benché il ragazzo non abbia dovuto pagare, non tornerà mai più alla manifestazione lucchese, perché non le era mai capitato di dover affrontare una simile odissea.

Le scuse e l'avvilimento del patron

Mimmo D'Alessandro, patron del Lucca Summer, si è scusato con Laura e suo figlio e ha voluto sottolineare che la scelta di dove collocare la pedana e la balaustra non è degli organizzatori, bensì di una commissione di vigilanza provinciale formata da rappresentanti di prefettura, genio civile, Asl e questura, che impone una certa sistemazione proprio per tutelare le persone con disabilità nel caso di caos generale causato da qualsivoglia ragione.

Queste misure arrivano all'indomani di quanto accaduto a Torino dove, lo scorso 3 giugno, il terrore per un possibile attentato gettò nel panico i tifosi che stavano assistendo alla finalissima di Champions tra Real Madrid e Juventus. Secondo D'Alessandro, da quel momento tutti hanno perso una parte della propria libertà e gli organizzatori di eventi di un certo livello si ritrovano a dover pagare un prezzo che non ha una ragione.