L’ennesima strage terroristica avvenuta stavolta a Barcellona lo scorso giovedì sulla Rambla ha lasciato ancora il segno. E ha fatto alzare la preoccupazione nel nostro Paese. Soprattutto perché i proclami del sedicente stato islamico non sono per niente incoraggianti. Infatti mediante Telegram (servizio di messaggistica istantanea basato su cloud) i terroristi islamici hanno minacciato che il prossimo obbiettivo è il nostro Bel Paese. Nonostante la minaccia non suoni nuova rispetto a tante altre che si vedono in Rete, è cosa buona è giusta non abbassare per niente la guardia e tenere gli occhi ben aperti.

Al di là della verifica doverosa dell’annuncio da parte dell’intelligence su internet (i seguaci dell’Isis utilizzano questa piattaforma) l’attenzione da parte del nostro Governo resta alta.

Livello due

Il Ministero degli Interni ripete continuamente che il livello di allerta è alto ed è prima del livello tre: ossia l’attacco terroristico in corso. Consci che ormai “nessun Paese è immune e a rischio zero” dobbiamo andare avanti, altrimenti si rischia di far vincere il terrore. Il Viminale sta continuando a operare nell’ottica della prevenzione. Recentemente sono stati espulsi dal nostro territorio due marocchini e un siriano detenuti in vari carceri nella nostra Penisola. Dai loro atteggiamneti emergeva una certa soddisfazione negli attentati avvenuti a Manchester e Stoccolma.

Barriere e protezione per le piazze

Se tempo fa alcune parole e termini erano ripetuti e rassicuranti adesso i tempi sono cambiati. Se negli anni dello sviluppo da noi si parlava di “Febbre del sabato Sera” e “Tempo delle Mele” adesso la terminologia cambia radicalmente e s’integra. Parole come “new jersey”, “dissuasori” e “barriere antosfondamento” si raggruppano in un solo termine: sicurezza.

Sono soprattutto le zone pedonali a essere impattate. Adesso infatti, la “nuova tecnica terroristica” è quella di lanciare auto, camion e furgoni a velocità folli per investire più persone possibili. Nel mondo dal 2014 i terroristi hanno fatto 182 vittime e oltre 700 feriti con questa macabra strategia.

Pertanto da Milano, Roma a Palermo tutte le città si stanno attrezzando.

Nel capoluogo lombardo sono già apparsi in Galleria Vittorio Emanuele i primi dissuasori in cemento per cercare di evitare il peggio. A Roma si sta valutando di usare barriere tipo new jersey in via del Corso e dei Fori Imperiali. Anche gli autonoleggi dovranno essere più attenti: particolari clienti e atteggiamenti strani dovranno essere segnalati tempestivamente. Naturalmente ogni città dovrà fare i conti e le valutazioni opportune su quali strumenti utilizzare. Si ipotizzano veicoli pesanti e autocarri a protezione delle piazze, barriere mobili, dissuasori stradali, fioriere e barriere antisfondamento. Ogni città dovrà decidere che spesa sostenere per installarli e stabilire se l’impatto estetico è accettabile o meno. L’importante è che sia fatto bene e in fretta. La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto e non può aspettare.