Un gruppo di donne in burqa sui sedili dei mezzi pubblici, in gruppo. 'Terrificante' e 'disgustoso' sono alcuni dei commenti esposti sulla pagina Facebook del gruppo norvegese di estrema destra 'Fedrelandet viktigst', movimento anti-migranti e dichiaratamente islamofobo che oggi nel Paese scandinavo raccoglie oltre 13 mila iscritti. Peccato per loro che le possibili 'terroriste in burqa' siano soltanto i nuovi ed eleganti sedili in colore scuro adottati dalla linea di mezzi pubblici in questione. Ed il post, che ha causato la consueta selva di commenti xenofobi ormai di uso comune in molte pagine Facebook, è diventato motivo di scherno nei confronti del movimento di estrema destra che si è decisamente coperto di ridicolo.

Gli screenshot che coprono di ridicolo centinaia di persone

Ora non crediamo che ci siano utenti di Facebook con problemi così evidenti di vista da non accorgersi dell'illusione ottica provocata dalla foto. Eppure i commenti di stampo islamofobo si sono sprecati, con toni più o meno pesanti. In Norvegia lo scatto è diventato virale, soprattutto nel momento in cui è stato evidenziato che su queste presunte 'donne in burqa possibili terroriste' è possibile sedersi comodamente. Sindre Beyer, esponente del partito laburistia, ha pubblicato a sua volta 23 pagine di screenshot che pongono in luce i commenti del gruppo. Se l'estrema destra norvegese cercava una pubblicità gratuita per diventare celebre a livello internazionale, l'ha trovata decisamente suo malgrado.

Gli idioti della Rete

Ormai siamo fin troppo abituati alla presenza massiccia in Rete di soggetti che non perdono occasione di mostrare la loro becera idiozia. Il problema delle Fake News, ad esempio, prima ancora dei siti che lo hanno trasformato in un business, è una responsabilità precisa degli utenti che le diffondono e verso i quali oggi è diventato impossibile chiudere un occhio.

Perché su Internet ci vuole davvero poco per informarsi e verificare l'attendibilità di una notizia, ma questo non avviene perché, in fin dei conti, la gente cerca e trova soltanto quello che vuol trovare e che fornisce una presunta giustificazione allla propria forma mentis deviata. Così basta davvero poco per scatenare la bufera sui social network, un fenomeno che ha da tempo messo in allarme i colossi del web come Facebook e Google che stanno cercando di mettere in atto i dovuti provvedimenti per arginare questa marea.

Ma, come detto, il problema principale sta nella gente che condivide e commenta senza informarsi e fare le dovute ricerche. Leggerezza ed ignoranza non possono essere più considerate un alibi nel XXI secolo.