Il tema Ius Soli ad inizio estate ha fatto molto discutere ed ha creato molti conflitti tra le forze politiche in Italia. Tra chi vorrebbe aprire le porte a chiunque e tra chi vorrebbe chiudere i confini oggi stesso. Fatto sta che lo Ius Soli temperato è in approvazione e il Papa da la sua benedizione.

Riconoscere una nazionalità dalla nascita

Per tutti noi italiani è ovvio che al momento della nascita nostro figlio nasca italiano ma cosa succede quando è una migrante, spesso clandestina, a partorire in Italia ? Finora il tutto rimane in un limbo in quanto la provenienza geografica della donna non è sempre facile da stabilire.

Con la nuova legge in approvazione si permetterà anche ai figli dei migranti di ottenere la cittadinanza italiana se verrà seguito un corso di studi di almeno 5 anni. Ora anche il Papa ha deciso di schierarsi a favore di questa nuova legge, addirittura chiedendo il riconoscimento della cittadinanza alla nascita. Dunque per il Pontefice va riconosciuta e certificata la nazionalità al momento della nascita e "va assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria". Il Papa cita anche la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo a cui, secondo il pontefice, bisogna ispirarsi in quanto offre una base giuridica universale per la protezione dei migranti. Va dunque garantito l'accesso agli studi per tutti i migranti e per i minori non accompagnati vanno previsti schemi di custodia temporanea o di affidamento.

Papa Francesco, inoltre, biasima il comportamento di alcuni Stati che vorrebbero espellere i migranti rispendendoli in quei territori che "non rispettano la dignità e i diritti fondamentali", continua asserendo che il mondo ha bisogno di un cambio culturale e di un'alleanza tra le istituzioni, la Chiesa, dice, sarà in prima linea nell'impegno.

Le preoccupazioni di Papa Francesco

Mentre in Europa si avvicendano attentati terroristici e minacce dell'Isis all'Italia in Vaticano le preoccupazioni sembrano altre. Papa Francesco ricorda che durante i suoi primi anni di pontificato ha più volte espresso preoccupazione per la triste situazione dei migranti e rifugiati, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla sua visita a Lampedusa avvenuta nel 2013.

Nell'istituire il nuovo Dicastero per il Servizio dello sviluppo Umano ha voluto che, una sezione a parte, sotto la sua guida lavorasse nella direzione della Chiesa verso i migranti, le vittime del mare e gli sfollati.