Nei giorni scorsi il ministro delle Politiche agricole, Martina, e quello dello Sviluppo economico, Calenda, hanno firmato i decreti relativi all'introduzione dell'obbligo d'indicazione d'origine in Etichetta. Si tratta di provvedimenti che avviano la sperimentazione del sistema di etichettatura per due anni, seguendo la norma in vigore per i prodotti caseari. un passo importante, definito da più parti, per garantire una maggiore trasparenza dei prodotti commercializzati: si tutelano così i produttori e si potenziano le filiere dell'agricoltura, a beneficio del consumatore.

I decreti resteranno in vigore fino alla completa attuazione del Regolamento europeo numero 1.169 del 2011.

Informazioni facilmente individuabili e leggibili

Le confezioni di pasta prodotte nel territorio nazionale devono indicare nell'etichetta il paese in cui è stato coltivato il grano e quello di molitura. Per quanto riguarda il riso, l'etichetta deve contenere informazioni inerenti non solo ai paesi di coltivazione e lavorazione, anche a quello in cui è stato effettuato il confezionamento. Le indicazioni vanno inserite in una parte evidente dell'etichetta: devono essere facilmente individuabili, leggibili e, soprattutto, indelebili.