Ancora una strage, l'ennesima. Un'altra macchia nera nella storia del mondo europeo e non solo. Una ferita che, il 17 agosto 2017, alle 17.20, ha travolto e stravolto il cuore di Barcellona, il cardine della movida catalana, las Ramplas (nome che deriva dall'arabo). Un gesto sorprendente ma non imprevedibile, soprattutto se si tiene conto del fatto che si tratta di un attentato terroristico di matrice jihadista. Era da tempo che circolava la notizia di un'eventuale attentato a Barcellona. E si parla, ora, di una cellula dell'Isis (jihadisti marocchini arrestati) che stava agendo fra Palma di Maiorca, Madrid, l'Inghilterra e la Germania.

L'ultimo attacco nella penisola iberica risale al 2004, quando ad essere colpita fu Madrid, e nel quale rimasero ammazzate più di duecento persone, con oltre duemila feriti.

La storia fra Spagna e Marocco

Il perché dell'importanza di questa penisola per il mondo musulmano e, pertanto, l'epicentro delle organizzazioni terroristiche del sedicente Califfato islamico è da ravvisare nella storia. Dal 711 (anno della conquista islamica della penisola iberica) al 1492 (fine della Reconquista), i Mori, ovverosia i conquistatori musulmani, occupavano i territori di Spagna, Portogallo e Francia, aree chiamate Al-Andalus.

Questi territori sono stati persi durante il periodo della Riconquista cristiana della Spagna.

Ciò, tuttavia, non impedisce, ancora oggigiorno, a molteplici musulmani di essere convinti che siffatti territori appartengano al regno islamico e, di conseguenza, si arrogano il diritto di ristabilire la dominazione musulmana.

Un concetto, questo di riconquistare Al-Andalus, che l'Isis tende a mettere bene in evidenza non solo attraverso materiali e programmi propagandistici, bensì anche tramite bandiere nere che si intravedono al Castello di Saragozza e in altri luoghi spagnoli: ciò spinge, da anni, la sicurezza spagnola a mantenere un livello di allerta 4.

Oltre a ciò, è luogo comune la convinzione, da parte dello Stato islamico sia che il Paese spagnolo sia uno Stato criminale, avendo, in passato, torturato e bruciato vivi numerosi musulmani che si erano stabiliti in quelle terre sia che fra le intenzioni della Spagna rientrava la distruzione del Corano. Questo indurrebbe i fondamentalisti ad accendere il fuoco del terrorismo e a compiere attentati.

Altri motivi che pongono la Spagna nel mirino degli attentati

Oltre alle pagine di storia incentrate sulla questione Spagna-Marocco, fra i motivi e i perché che porterebbero penisola iberica nel mirino dei jihadisti si prende in considerazione, in primo luogo, la vicinanza con il Marocco, dal quale provengono molti combattenti stranieri in Siria e Iraq, altrimenti conosciuti con lo pseudonimo foreign fighter.

Ma è da sottolineare che le autorità spagnole e marocchine svolgono operazioni congiunte tanto nella lotta contro il terrorismo quanto sul fronte dell'immigrazione. In secondo luogo, si è verificato il ritorno dei jihadisti, alcuni di loro, addirittura, non hanno ancora raggiunto la maggiore età: Spagna, appunto, e Francia sono le mete più ambite e gettonate. Questi jihadisti vengono, dunque, reclutati da Al Qaeda e dallo Stato islamico per combattere in Siria e in Iraq.