Con l'arrivo dell'estate incalza ogni anno il fenomeno dell'immigrazione, se ne sente parlare quotidianamente. Ma chi sono realmente questi immigrati? Soltanto rifugiati che scappano da guerre e condizioni di vita disumane? Potenziali kamikaze di Al Qaeda pronti a colpire i Paesi occidentali e quindi da tenere giustamente alla larga? Oppure la medaglia va vista anche dal lato di gente che lascia il proprio Paese in cerca di un 'sogno' da realizzare? D'altra parte non bisogna dimenticare che non vi è stato e non vi è tutt'ora, paese che non abbia avuto e non abbia cittadini che salpano verso orizzonti diversi soltanto per realizzare le proprie aspirazioni.

Prendiamo la nostra Italia ad esempio, oltre che porto di approdo, è storicamente anche, e continua ad esserlo, terra di emigrazione di massa. Il numero dei nostri consanguinei in giro per il mondo secondo i dati AIRE aggiornati al 1 gennaio 2016, ammonta a circa 4.811.163 iscritti (escludendo ovviamente quelli in overstaying, o in parole più semplici gli 'irregolari'), numero che si suppone essere aumentato nel frattempo di almeno centomila unità, considerato che negli ultimi anni gli italiani sono tornati ad emigrare in modo elevato. Più di 100mila persone all’anno fanno infatti le valigie e salutano l’Italia, un vero e proprio esercito silenzioso! Ma i motivi per cui emigrano i nostri conterranei, che non sono di certo gli stessi dei migliaia di immigrati che ogni giorno raggiungono le nostre coste, sono ancora gli stessi degli anni in cui espatriavano gli antenati, oppure oggi tale fenomeno è legato a ragioni diverse e a livelli culturali diversi?

E il numero delle persone che vanno via, è ancora maggiormente sbilanciato verso il sud Italia e le isole?

Ma soprattutto, come vengono tutelati gli italiani e i loro diritti, le tradizioni, nei paesi ospitanti? Siamo di certo innanzi ad un fenomeno di emigrazione moderna e diversa rispetto a quella che accogliamo, fatta non solo per fuggire alla povertà.

Per saperne di più, sono andata ad intervistare il Console Generale italiano a Manhattan Francesco Genuardi, dato che gli USA ospitano al momento circa 254 mila italiani e rientrano fra le 10 mete più gettonate e ambite dagli emigranti di tutto il mondo.

Alla domanda iniziale se anche a New York si nota il fenomeno della Fuga di cervelli di cui si sente tanto parlare e se ha notato un tipo di immigrazione dall'Italia diversa rispetto al passato, ci ha risposto: 'New York é una piazza privilegiata piena di talenti di ogni provenienza, quindi noi non amiamo utilizzare il termine fuga di cervelli ma li definiamo piuttosto Cervelli in rete.

Qui arrivano talenti capaci di restituire quello che hanno ricevuto dall'Italia. É difficile generalizzare sul tipo di emigrazione che c'è dal nostro Paese, parlerei di una presenza importante di tanti strati di italiani che si sono andati rinnovando nel corso del tempo e che hanno sempre dimostrato come New York sia una città profondamente legata all'Italia e piena di presenze italiane, quindi non solo legata alla tradizionale presenza degli italo-americani".

Circa invece le regioni di provenienza dei Flussi migratori negli USA, queste modifiche di immigrazione, vedono anche uno spostamento delle regioni di provenienza storicamente maggiormente sbilanciate verso il sud Italia e le isole? "Sulle origini regionali degli italiani, é difficile fare una classifica poiché credo non c'è posto al mondo dove siano rappresentate tutte le città, tutte le regioni, come a New York.

Di certo si sono avute forti ondate non solo dal sud, ma anche dal Veneto e dal Piemonte. Lo vediamo negli italo-americani che hanno avuto situazioni di grande successo, che provengono sia dal nord, dal centro che dal sud".

Infine, alla domanda se la sua attività di Console, é anche connessa al favorire l'insediamento di imprenditori e aziende italiane in cerca di opportunità di sviluppo o di investimento, Francesco Genuardi, persona molto preparata e disponibile che certamente ben ci rappresenta, ha risposto: "Siamo in prima linea e siamo un Consolato che si occupa e si impegna ogni giorno per la promozione economica, dell'imprenditoria italiana, degli investimenti italiani. Agiamo in un contesto, sotto la direzione della nostra Ambasciata e del Ministero degli affari esteri, in cui c'è una sempre maggiore consapevolezza che la diplomazia debba essere sempre più una diplomazia economica.

Questo è il nostro sforzo quotidiano fatto insieme all'ICE (istituto per il commercio estero), alla camera di commercio italiana, alla banca d'Italia. Tutte articolazioni finalizzate a promuovere e valorizzare l'economia italiana e l'Italia, come terra di attrazione degli investimenti. Il nostro é un Consolato Generale fortemente impegnato nell'erogazione sempre più moderna e sempre più attenta alle richieste dell'utenza, impegnato nell'erogazione dei servizi consolari, ma anche impegnato in prima linea nella proiezione economico-culturale, ma in generale sociale e Politica a New York e nella zona su cui ha giurisdizione, vale a dire tutto lo Stato di New York, lo Stato del Connecticut e gran parte del New Jersey, tutti Stati ad altissima presenza di italiani.

Lo Stato del New Jersey ha addirittura la metà della sua popolazione italiana. E lo facciamo in un contesto favorevole poiché gli italiani sono molto amati negli USA".

Sembrerebbe dunque confermata l'idea di una emigrazione dal nostro Paese dalle motivazioni più ad ampio spettro rispetto al passato e frastagliata tanto al nord quanto a sud, spinta non solo dalla necessitá, seppur questa categoria rimane purtroppo ampia, ma anche dalla semplice ambizione al successo. L'una o l'altra, rimane però da pensare che la nostra Italia, tanto ambita come meta o come sponda dall'emigrazione disperata proveniente dall'Africa, non sia ancora in grado di garantire neppure ai figli della sua stessa patria, un futuro sereno.