Non si placano le polemiche a seguito di quanto accaduto in Spagna, dove a causa di un attentato terroristico a Barcellona presso la Rambla, successivamente rivendicato dall'Isis, hanno perso la vita 13 persone, tra cui una bimba di soli 3 anni, mentre altre 100 sono rimaste ferite. Ora a seguito dell'attentato presso la Rambla di Barcellona, scoppia la polemica a causa di alcune immagini ritraenti il corpicino della piccola vittima del terrorismo islamico e pubblicate dal alcune testate online, prima di essere censurate definitivamente.

La censura per evitare di creare allarmismo

La foto della bimba deceduta a seguito dell'attentato a Barcellona, dove un furgone ha investito tantissimi passanti presso la Rambla, sono state diffuse anche attraverso i social network diventando virali e scatenando l'ira di migliaia di internauti, prima di essere censurate in quanto "immagini forti che potrebbero turbare la sensibilità". Tutto normale poichè per quanto l'immagine rappresenti l'indignazione e la rabbia nei confronti del terrorismo, comunque sia ritrae il corpo senza vita della bambina. La grande polemica nasce poichè non fu utilizzata la stessa direttiva quando, a seguito di una traversata in mare, perse la vita il bambino siriniano diventato poi l'emblema della propaganda pro-immigrati.

Il piccolo Aylan utilizzato come propaganda per gli immigrati

Quando a seguito di una traversata in mare per raggiungere le coste europee, un gommone con a bordo numerosi immigrati siriani si rovesciò e portò alla morte di varie persone tra cui il piccolo Aylan, trovato alcuni giorni dopo sulle coste greche e privo di vita a seguito di annegamento, la rete ed i social si strinsero intorno al dolore della morte di un bambino in tenera età che scappava insieme alla sua famiglia dalla guerra.

Adesso che le parti sono invertite e che la vittima è una bambina di soli 3 anni, e che la sua morte è stata causata da terroristi, le immagini vengono censurate e l'invito collettivo è quello di non mostrare quello che è rappresenta lo scempio, il terrore e la morte che portano la firma dell'Islam radicale e di quella che è a tutti gli effetti una Jihad, ossia una guerra contro i miscredenti europei.

La situazione terrorismo tende a peggiorare

Due attentati a distanza di poche ore in Spagna ed altre vittime a seguito di un ulteriore attentato in Finlanda, dimostrano che l'ira e quella che viene definita follia islamica, non è destinata a fermarsi. Di recente è stato rivelato che sarebbero ben 3000 gli Jihadisti che dovrebbero rientrare in Europa e che dimostrano come la minaccia dell'Isis è reale e sempre più pericolosa.