Rimini - Ora tutto il "branco" degli stupratori di una ragazza polacca di 26 anni e di una transessuale è stato finalmente smascherato dalle forze dell'ordine. Dopo essere stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza poste sul lungomare di Miramare, due fratelli minorenni di origini marocchine già conosciuti dalle forze dell’ordine come piccoli spacciatori, si sono costituiti presso la caserma dei Carabinieri di Montecchio, visto che ormai sentivano il fiato sul collo della Squadra Mobile della Polizia. Successivamente, in base alle indicazioni dei due rei-confessi, è stato scoperto e arrestato anche il terzo componente della banda, un nigeriano di 17 anni.

All'appello, però, mancava ancora colui che era considerato come l'elemento più pericoloso del gruppo.

Il "capo" della banda catturato da due donne poliziotto

Infatti, sia le vittime delle orribili vicende, sia i componenti stessi della banda, avevano confermato che uno solo era il "capo", e che gli altri eseguivano le sue direttive criminali senza discutere, anche se non erano solamente soggiogati dal suo carisma, ma desiderosi di soddisfare il loro malato "desiderio sessuale". In seguito a costanti e certosine indagini, pure il quarto uomo - l'unico maggiorenne della banda - Guerlin Butungu, congolese di 20 anni, è stato catturato. Si trovava in treno e anche lui si era rifugiato a Pesaro, ma avendo compreso che ormai non era più al sicuro, aveva deciso di fuggire verso nord per cercare rifugio, forse in Francia, dove probabilmente aveva qualche conoscenza.

Il convoglio sul quale viaggiava il giovane è stato fermato alla stazione di Rimini, con gli investigatori che ormai erano sulle sue tracce, avendo rintracciato le celle del suo cellulare, comunicato dai tre minorenni durante l'interrogatorio. Butungu è stato arrestato da due donne poliziotto, a conferma (con la speranza che possa capirlo una volta per tutte) che il genere femminile non ha nulla da invidiare a quello maschile e che per nessun motivo merita di essere trattato in modo violento e barbaro.

Fa una certa rabbia sapere che, prima di fuggire, il presunto stupratore si trovava in una struttura di accoglienza di Pesaro-Urbino. Insomma, ha "sputato" eccome nel piatto in cui ha mangiato.

Tanti i ringraziamenti alla questura che ha lavorato senza sosta

Dopo la cattura dell'intera banda in poco tempo e con un impiego di mezzi e di uomini veramente imponente, accompagnato da un egregio lavoro investigativo, alla questura di Rimini sono arrivati diversi complimenti e ringraziamenti, a partire dalla Polonia, fino ad arrivare ai ministri dell’Interno e della Giustizia Marco Minniti e Andrea Orlando e, ovviamente, all'amministrazione comunale di Rimini. Infine il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha annunciato che al processo la Regione si costituirà parte civile.