La notizia dell'apertura di un fascicolo a carico di Valentina Pitzalis, attualmente indagata per omicidio e incendio doloso a sei anni dalla morte del marito Manuel Piredda, deceduto nel rogo in cui rimase sfigurata, ha destato notevole scalpore. Non poteva, forse, essere altrimenti, vista la pregressa archiviazione del caso per morte del reo disposta nel 2011, anno in cui avvennero i fatti di Bacu Abis (Carbonia).

La stessa protagonista della vicenda, dal Festival del cinema di Venezia in cui si trova per un evento legato alla sua attuale attività di testimonial per la lotta al femminicidio, ha voluto commentare quanto rilanciato dalla stampa: si è detta sconcertata dall'aver appreso attraverso i media di essere indagata, pronta a questa nuova fase e del tutto intenzionata a non interrompere la sua attività di sensibilizzazione sul tema.

Contestualmente si è inserito anche l'annuncio di un'interpellanza parlamentare urgente al ministro della Giustizia Orlando, a firma del deputato Gabriella Giammanco (FI), che avrebbe come motivazione la richiesta di affrontare il caso in quanto, come sostiene, le sarebbe incomprensibile il "perchè si possa indagare la vittima di un femminicidio".

A distanza di poche ore da queste dichiarazioni, l'avvocato Gianfranco Sollai, difensore di Roberta Mamusa e Giuseppe Piredda, genitori di Manuel, ha voluto precisare alcuni punti della questione ponendo l'accento su precisi aspetti di natura tecnico-legale che sono lo scenario principale su cui si innesta la nuova fase giudiziaria.

"L'avviso di garanzia è facoltativo e diviene obbligatorio nel momento in cui si devono compiere atti di indagine per cui si rende necessario l'intervento del difensore.

L'iscrizione del procedimento penale a carico di Manuel Piredda, deceduto nell'incendio, nel registro delle notizie di reato è conseguita alla dichiarazione accusatoria di Valentina Pitzalis e previa richiesta di archiviazione per morte del reo da parte del pm, archiviata dal gip per il medesimo motivo con decreto, provvedimento, questo, che viene emesso come previsto dalla legge in assenza di contraddittorio.

Non si tratta, - prosegue Sollai - come erroneamente detto dalla Pitzalis e non solo, di sentenza, provvedimento, questo, emesso dal giudice investito di un processo che, per legge, si svolge in contraddittorio delle parti".

Oltre a questa precisazione tecnica sulla natura del provvedimento di archiviazione, l'avvocato Sollai prosegue spiegando alcuni retroscena difensivi che sono stati incipit della presentazione della denuncia per conto dei Piredda in data 14 ottobre 2016:

"Il 14 ottobre 2016, su esplicito incarico dei genitori di Manuel Piredda, ho depositato una denuncia e non un esposto, successivamente allorquando in seguito ad indagini difensive effettuate unitamente alla dottoressa Elisabetta Sionis, criminologo clinico che per oltre 20 anni ha lavorato per il Ministero della Giustizia e al dottor Nicola Monni, specialista in chirurgia plastica, acquisivo elementi rilevanti per il caso in questione li ho immediatamente sottoposti all'attenzione della Procura della Repubblica di Cagliari, la quale, proprio per la verosimile rilevanza degli elementi sopposti, non ha mai rigettato la denuncia”.

In merito all'accusa di diffamazione mossa da Valentina Pitzalis, il legale dei Piredda spiega che la famiglia ne contesta la fondatezza precisando "che il proprio figlio non ha subito alcuna condanna che possa avere qualche collegamento con i fatti del 16 aprile 2011 ove lui stesso ha trovato la morte".

"Quanto alle accuse di persecuzione formulate dalla deputata Gabriella Giammanco - prosegue Sollai - si precisa che la difesa ha sempre agito e agisce nell'osservanza delle norme e animata dal desiderio di accertare la verità di un fatto penalmente rilevante, tuttora rimasto nell'ombra. Finalità, questa, che anche la Procura della Repubblica evidentemente intende perseguire, in quanto ligia alle sue funzioni istituzionali, nell'interesse di tutti i cittadini e nel rispetto dei principi di giustizia e civiltà espressi dalle norme dell''ordinamento".

A conclusione, l'avvocato della famiglia Piredda sottolinea come la stessa Valentina Pitzalis potrà certamente beneficiare della verità, e come lei tutte le donne vittime di femminicidio o qualunque forma di violenza.