Le parole di Nikki Haley, ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, lasciano intendere che l'azione militare contro la Corea del Nord potrebbe essere l'unica vera opzione rimasta sul tavolo. La rappresentante diplomatica di Washington al Palazzo di Vetro non lo dice chiaramente, ma lo lascia intendere con quel suo "enough is enough" che va tradotto con un "quando è troppo è troppo". La Haley non ha mancato spunti critici nei confronti della comunità internazionale la cui azione "è troppo lenta e debole".

Critiche velate alla Cina

Nikki Haley ha pertanto espresso la posizione del suo Paese, direttamente coinvolto nella crisi che ormai da mesi attanaglia la penisola coreana.

"Crediamo che il programma nucleare nordcoreano abbia ormai raggiunto una pericolosità che non ha precedenti, anche nel recente passato. Soltanto sanzioni più forti, ma anche azioni, sono in grado di fermare questo regime". La rappresentante dell'amministrazione Trump non lo dice apertamente, ma certamente le sue ulteriori critiche sono rivolte alla Cina quando afferma che "chiunque continui a fare affari con la Corea del Nord non fa altro che aiutare il regime".

La condanna formale di Pechino

Pechino, dal canto suo, si è limitata ad esprimere una formale condanna nei confronti del governo nordoreano guidato da Kim Jong-un. "La Corea del Nord fermi le proprie azioni, perché sono sbagliate", ha sottolineato l'ambasciatore cinese.

Il governo di Xi Jinping ha pertanto preferito non sbilanciarsi più di tanto sulla questione, visto che quella del vecchio e più fidato alleato militare di Pyongyang è la posizione più scomoda dell'intera questione. La Cina sta lavorando insieme alla Russia alla ricerca di una soluzione diplomatica che non è affatto semplice, tanto Mosca quanto Pechino vorrebbero salvaguardare in qualche modo lo sfrontato giovane dittatore, il cui regime in fin dei conti è utile per frenare quella che sarebbe un'egemonia incontrastata degli Stati Uniti sulla regione.

La posizione cinese su tutta la questione è quella più incerta e, nel contempo, più inquietante. Il mese scorso, l'organo di stampa ufficiale del Partito Comunista cinese ha espresso la sua posizione. "La Cina non permetterà l'invasione della Corea del Nord agli Stati Uniti ed ai Paesi alleati per rovesciare l'attuale regime".

Finora, questo preoccupante scenario ha impedito di fatto l'attacco preventivo di Washington nei confronti del piccolo Stato comunista.

Regno Unito e Francia d'accordo per sanzioni più forti

La strada di nuove e più forti sanzioni trova in linea tanto il Regno Unito quanto la Francia. "Dobbiamo penalizzare ulteriori settori dell'economia nordcoreana - è la posizione dei rappresentanti diplomatici francese e britannico - per aumentare la pressione su Pyongyang. Servono nuove sanzioni, perché qui è in gioco la nostra credibilità".