Missili balistici intercontinentali, testate nucleari, ma non solo. La Corea del Nord ha a disposizione un'altra arma estremamente potente ed efficace, fondamentale in questo preciso momento. Il regime guidato da Kim Jong-un, infatti, starebbe accumulando bitcoin ed altre valute criptate, in modo da aggirare le sanzioni economiche che gravano sul Paese. In tal senso, Pyongyang punta ad alleggerire anche l'ultima, pesantissima, risoluzione votata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU. Lo ha reso noto FireEye, azienda leader nel campo della sicurezza informatica che ha lanciato l'allarme in merito ad una proliferazione di attacchi da parte dei numerosi hacker a disposizione del governo nordcoreano.

L'efficacia del metodo nordcoreano

Il valore delle monete elettroniche è in aumento e questo è determinato da due aspetti. In primo luogo la difficoltà di tracciarle da parte degli appositi sistemi di controllo, ma anche l'estrema facilità con cui chiunque ne faccia uso può sfuggire ai controlli stessi. Secondo FireEye, un metodo di uso comune da parte degli hacker della Corea del Nord è quello di inviare mail infette da malware al personale che lavora nell'ambito dei mercati di scambio. Sarebbero diversi i tentativi di furto di criptovalute messi in atto dal regime, uno sarebbe andato a segno quest'anno con la sottrazione di 3.800 bitcoin dal valore complessivo di oltre 15 milioni di dollari.

Non ci sono prove della responsabilità, in tal senso, del regime guidato da Kim Jong-un che, oltretutto, utilizzerebbe anche un metodo di 'estorsione' noto come 'ranson payment'. Si tratta del pagamento di una sorta di riscatto per la rimozione definitiva di un malware o qualunque altro virus informatico. L'esempio più celebre è legato a 'wannacry' che lo scorso mese di maggio ha colpito sistemi informatici in tutti i continenti.

Intanto Pyongyang condanna le sanzioni

Intanto, relativamente alle mosse 'ufficiali' del regime, c'è la ferma condanna nei confronti dell'ultima risoluzione ONU. Per il ministero degli esteri della Corea del Nord si tratta di una "odiosa provocazione che ha lo scopo di soffocare il popolo nordcoreano. Ciò dimostra che la nostra strada sullo sviluppo del nucleare è quella giusta.

Rafforzeremo i nostri programmi fino alla vittoria di questa battaglia". In proposito, l'inviato della Corea del Nord alla sede ONU di Ginevra ha definito "illegali le sanzioni messe in moto dal regime di Washington. Gli Stati Uniti - ha aggiunto Han Tae-song - hanno l'ossessione di rovesciare lo sviluppo della nostra forza nucleare che ha già raggiunto la sua fase di completamento".