Dopo le recenti frizioni causate dal massiccio dispiegamento dei sistemi antimissile THAAD in tutto il territorio sudcoreano, almeno su un punto tanto il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, quanto il presidente russo Vladimir Putin, sembrano essere d'accordo. Entrambi, infatti, escludono il pericolo di una nuova guerra di Corea. Da parte della Russia, inoltre una mano tesa verso la Corea del Nord per un coinvolgimento graduale ai lavori dell'Eastern Economic Forum, in fase di svolgimento in questi giorni a Vladivostok.

Vladivostok: le dichiarazioni di Moon e Putin

L'Eastern Economic Forum si svolge all'università di Vladivostok dal 2015 e nasce con lo scopo di incoraggiare gli investimenti economici dei Paesi dell'estremo oriente asiatico nell'est della Federazione russa. I lavori dell'edizione 2017 sono in corso di svolgimento. Nel corso del suo intervento, il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha ovviamente parlato, tra le altre cose, dell'attuale tensione internazionale al confine con la Corea del Nord. "Non ci sarà una guerra nella penisola coreana, come in tutta la regione e questo posso affermarlo con certezza". Moon ha invitato comunque la comunità internazionale a rafforzare la propria pressione su Pyongyang, "affinché cessi il suo programma missilistico e nucleare", appello al quale si è immediatamente accodato il premier giapponese, Shinzo Abe.

Vladimir Putin si è dichiarato perfettamente in linea con il suo omologo sudcoreano. "Sono sicuro che non si arriverà ad un conflitto, perché le parti coinvolte avranno il buon senso necessario e piena consapevolezza delle proprie responsabilità". Sebbene la Russia condanni con fermezza i recenti lanci missilistici e l'ultimo test nucleare ordinato dal leader nordcoreano, Kim Jong-un, è comunque contraria a nuove sanzioni.

"Non servono altre sanzioni e la crisi nella penisola coreana va risolta solo attraverso mezzi diplomatici e politici". Putin ha inoltre lanciato la proposta di un graduale coinvolgimento della Corea del Nord ai lavori dei prossimi forum. "In proposito la Russia ha proposte specifiche - ha detto - come una strada comune che colleghi la Transiberiana e le ferrovie coreane attraverso la Corea del Nord, oltre allo sviluppo delle infrastrutture.

Abbiamo qualcosa da offrire sulla quale si può lavorare".

Installazione THAAD: le proteste della Cina

Intanto, l'installazione massiccia delle batterie antimissile THAAD in tutto il territorio della Corea del Sud, già duramente contestato dal Cremlino, ha messo in allarme anche la Cina. Pechino ha sempre visto come una minaccia il sistema di difesa in questione, tanto i cinesi quanto i russi lo considerano un modo attraverso il quale gli Stati Uniti potrebbero monitorare le loro basi militari al confine. La scorsa primavera il governo di Pechino aveva annunciato anche un boicottaggio economico di prodotti sudcoreani, come segno di protesta contro il governo di Seoul. "Torniamo a chiedere agli Stati Uniti ed alla Corea del Sud - ha detto il portavoce del ministero degli esteri cinese, Geng Shuang - di prendere in considerazione le nostre inquietudini di sicurezza ed i nostri interessi e di cessare il dispiegamento in corso, ritirando le apparecchiature".

Nuove sanzioni: la risposta della Corea del Nord

Nuove minacce, invece, arrivano da Pyongyang e sono relative al nuovo pacchetto di sanzioni economiche proposto dagli Stati Uniti in sede di Consiglio di sicurezza dell'ONU. "Si tratta di tentativi barbarici di esercitare pressione sulla Corea del Nord - ha detto Kim Yong-jae, ministro norcoreano delle relazioni economiche esterne - ai quali risponderemo con le nostre forti contromisure". In proposito, soltanto pochi giorni fa, il governo sudcoreano aveva lanciato l'allarme relativo ad un imminente nuovo test missilistico.