Un foglietto con su scritto il pin per sbloccare il cellulare, un messaggio audio in cui la vita viene descritta uno schifo, un saluto ai compagni di classe appena ritrovati, una sedia appoggiata vicino alla finestra di quel quarto piano, un volo di venti metri e poi la morte, consumatasi nel giro di pochi minuti. Questa è la drastica decisione presa da una bambina, che viveva con la madre e il fratello nell'entroterra di Genova (a Campomorone), che avrebbe compiuto dodici anni a novembre e che ha deciso di porre fine alla sua vita intorno alle 10 di mattina del 17 settembre.

La dinamica

Al momento della tragedia, la bambina era sola in casa: la madre e il fratello erano entrambi sul posto di lavoro. Secondo una prima ricostruzione, la causa di quel gesto folle e disperato sarebbe la separazione dei genitori, avvenuta quattro anni fa. Una separazione che non era mai riuscita ad accettare, un dolore che le corrodeva l'anima, un dispiacere immenso che aveva velato il suo cuore, un trauma infinito. La normalità di una vita che - a differenza dei suoi amichetti - lei, probabilmente, non sentiva più di esserne in possesso, poiché catapultata in un mondo parallelo, un mondo che non le apparteneva, un mondo in cui non c'era spazio per i sorrisi spensierati di quell'età, quando tutto dovrebbe essere "rose e fiori".

Dopo essere salita su una sedia, appoggiata vicino ad una finestra, si sarebbe lanciata nel vuoto in un volo di oltre venti metri. Il corpicino, ormai privo di vita, viene notato da un passante che, prontamente, chiama l'ambulanza. Ma per la bambina non c'è nulla da fare.

La ricostruzione

Per tutta la giornata, gli inquirenti hanno ascoltato amici, genitori e familiari.

La ragazzina non era vittima di bullismo e, al di là della situazione familiare, la sua era la normale vita di qualsiasi altro ragazzino della sua stessa età. Eppure, quel dolore nell'anima era un fardello troppo pesante, insopportabile.

Sebbene l'ipotesi più accreditata sia quella di un suicidio, causato - appunto - dalla separazione dei genitori, gli inquirenti non hanno abbandonato le indagini, per cercare di scoprire qualcosa di più sulle ultime settimane di vita della piccola, se qualche avvenimento particolare ha ulteriormente aggravato il suo stato.

Il biglietto

Il bigliettino con su scritto il pin del cellulare, in modo da consentirne lo sblocco, e il messaggio audio contenuto nel cellulare cattura l'attenzione dei carabinieri. L'affermazione che "la vita fa schifo", e il successivo saluto ai compagni indica che il fatale gesto è stato compiuto con lucidità e, di conseguenza, non si tratta di una tragedia accidentale.