Nella giornata di ieri il cadavere di Sophie Lionnet, una ragazza au pair francese di 21 anni, è stato trovato carbonizzato nel giardino della donna che 14 mesi fa, a Londra, l'aveva assunta come babysitter, per accudire i suoi figli di sei e tre anni, il primo avuto con Mark Walton, il celebre fondatore della band irlandese boyzone di moda nel anni '90 che ora vive a Los Angeles, e il secondo avuto con l'attuale compagno.

La principale responsabile della tragedia Sabrina Kouider è stata aiutata ad accendere il falò dall'attuale compagno quarantenne Ouissem Medouni, ed è stata arrestata dopo che alcuni genitori hanno sentito degli strani odori provenire dal giardino della Kouider, e l'hanno denunciata dopo che un bambino di otto anni per curiosità si è affacciato oltre la staccionata che circondava il giardino e ha dichiarato di aver visto un uomo gettare legno al fuoco.

La ragazza non dava sue notizie da circa una settimana e al momento del riconoscimento del cadavere è stato difficile identificare sia il sesso che l'età della vittima, anche se ormai la polizia è convinta che corrisponda a Sophie. La notizia è stata confermata e descritta con dettaglio dal tabloid Daily Mail, e ormai ha trovato grande rilevanza nella stampa britannica.

Alcuni vicini della coppia di assassini dichiarano che la giovane babysitter stava programmando di tornare nel proprio paese, oltretutto gli amici avevano affermato di averla vista infelice l'ultima volta che era stata nel suo paese. Infatti aveva contattato la madre chiedendole del denaro per l'acquisto di un biglietto per Troyes, cittadina non molto lontana da Parigi.

Inoltre è stato anche dichiarato che la giovane francese riceveva una paga mensile che consisteva in sole 50 sterline.

Le ultime fonti si sono espresse con affermazioni come "Sophie aveva una profonda coscienza sociale e voleva fare la differenza nel mondo" oppure "era una ragazza felice, socievole che tutti quanti amavano" e ancora "era brava nello sport, voleva viaggiare, andava bene nei suoi studi e voleva rendere il mondo un posto migliore".

Sophie aveva lasciato il college nel 2012, quando aveva 16 anni, ma era rimasta in contatto con un gruppo chimato Action Media Project, che si occupa di produrre documentari riguardanti problematiche sociali e politiche europee, che comprendono i diritti degli animali, il benessere dei cani o proteste contro le sparatorie agli uccelli o il commercio d'avorio derivante dall'uccisione di diversi esemplari di elefanti.