Dopo l’arresto di tutti i quattro della banda dello stupro che a Rimini sul lungomare di Miramare si sono macchiati di un orrendo reato contro una turista polacca e una transessuale peruviana, ora è il momento di pensare a quali pene potranno essere sottoposti. Tre sono minorenni e si trovano nel carcere del Pratello a Bologna, mentre il maggiorenne 20enne congolese è dietro le sbarre nella città della Riviera Romagnola. Come era prevedibile, è il momento del rimpallo delle responsabilità fra i quattro, ma le telecamere di sorveglianza potrebbero fare chiarezza e poi c’è la testimonianza molto lucida della trans peruviana che ha aiutato gli agenti della Squadra Mobile a rintracciare il branco, che si era nascosto provvisoriamente a Pesaro.

La Costituzione non permette di prendere le misure suggerite dalla Polonia

Ora la domanda è: cosa farà l’Italia?

Sì, perché la Polonia ha già chiesto l'estradizione dei quattro “consumatori” della violenza sessuale alla loro connazionale e, per di più, del pestaggio con ferite non lievi del suo compagno. Per i polacchi ci sono pochi dubbi: servono pene severissime per impedire o almeno limitare il più possibile il ripetersi di un terribile episodio simile a quello avvenuto a Rimini. Il vice-ministro della Giustizia Patryk Jaki ha persino parlato di pena di morte e torture, ma in Italia spesso, in particolare di fronte a minorenni, le decisioni dei giudici sono decisamente meno pesanti. Ad ogni modo, è certamente vero che una nottata così feroce e brutale a Rimini non si ricorda nel passato né recente né tantomeno lontano.

Ora è importante ragionare sulle accuse che sono state formulate dalla Procura di Rimini: rapina aggravata, violenza sessuale di gruppo, lesioni aggravate. Le pene, in teoria, hanno la seria possibilità di superare i 20 anni di carcere, anche se poi potrebbero essere rese meno dure dalla buona condotta e altre attenuanti in seguito.

Sicuramente in Italia non sono previste dalla Costituzione la pena di morte e la tortura.

È chiaro che, anche se qualche forza politica soffierà probabilmente sulle pesantissime responsabilità dei quattro giovani originari dell’Africa, non si arriverà oltre ai 20 anni che comunque, se scontati tutti in galera, sarebbero una pena significativa pur davanti a uno stupro di gruppo perpetrato dopo l’uso di droghe ed alcol da ragazzi che erano già conosciuti dalle forze dell’ordine per spaccio.

Si vedrà, ma l’estradizione in Polonia pare molto difficile se non impossibile anche perché fra le vittime non c’è solamente la coppia polacca, ma pure il trans peruviano.

Il sindaco Gnassi assicura che il Comune sarà parte civile al processo

Il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi (PD), si è detto un po’ rasserenato dopo la cattura di tutti i responsabili che avevano gettato una luce molto negativa sulla città e assicura che il Comune si costituirà parte civile nel processo (come aveva già deciso la Regione) con l’intenzione di chiedere la massima pena prevista per un atto ignobile che ha colpito nel corpo e nel morale, chissà per quanto tempo, tre persone indifese e senza alcuna colpa.