"Per la prima volta l'Italia ha uno strumento permanente di contrasto alla povertà" basato "sul sostegno al reddito e sull'inclusione sociale". Così il ministro del Lavoro, Giuliano poletti, sul sito del ministero, soffermandosi sull'approvazione definitiva del decreto d'attuazione del disegno di legge delega sul contrasto all'indigenza. La "risposta" a un massiccio numero di cittadini in difficoltà. Dopo una certa attesa, dunque, "lotta alla povertà e reddito d'inclusione sono legge dello Stato". Poletti definisce il Reddito d'inclusione un "pilastro fondamentale" di quel Piano nazionale per la lotta alla povertà che ha polarizzato da tempo l'attenzione delle fasce più deboli della popolazione, degli indigenti che quotidianamente s'interrogano sul futuro, di coloro che si sono ritrovati senza lavoro in un'età avanzata, senza chance, di quanti un lavoro vero non l'hanno mai avuto e vivono costantemente nella precarietà e nell'incertezza.

Secondo il ministro, "si colma un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito".

La difficile realtà del Sud

Il disagio sociale ed economico che caratterizza l'Italia è strettamente legato alla difficoltà per le famiglie e gli individui a entrare e restare nel mercato del lavoro. L'elevata disuguaglianza nella distribuzione del reddito, soprattutto al Sud, determina alti livelli di rischi di povertà e una bassa qualità della vita. Campania, Calabria e Sicilia sono le regioni principalmente alle prese con situazioni difficili, con molte famiglie che arrivano a stento alla fine del mese. Le peggiori condizioni reddituali e patrimoniali delle zone meridionali del Paese determinano anche una più diffusa percezione del disagio.

Richieste dall'1 dicembre

"Il Rei potrà essere richiesto dal primo dicembre", evidenzia Poletti. Al Reddito d'inclusione sono destinati un miliardo e 845 milioni di euro, attraverso il Fondo nazionale e le risorse che derivano dalla razionalizzazione degli strumenti di contrato alla povertà già esistenti. A tale cifra si aggiungono le risorse relative al Pon inclusione, un miliardo sino al 2022, oltre due miliardi l'anno dal 2019.

Il decreto prevede "rilevanti innovazioni". Dal primo settembre del prossimo anno si potrà accedere alla dichiarazione Isee precompilata. In merito all'indicatore della situazione economica equivalente, va ricordato che alla parte reddituale si somma il 20 per cento della ricchezza patrimoniale, considerando franchigie e detrazioni per la prima casa; il tutto è diviso per la scala di equivalenza.

Redditi e soglie

Il beneficio economico dipenderà dalla differenza tra il reddito familiare e una soglia, che per un singolo è pari a 3 mila euro. Per un nucleo di quattro persone è di 7 mila e 380 euro. La soglia Isee è fissata a 6 mila euro. Tenuto conto dei redditi posseduti e di altre prestazioni economiche di ammontare superiore al "Rei", i nuclei beneficiari potenziali sono circa 500 mila, di cui 420 mila con minori. Le persone potenzialmente coperte dal "Rei" sono circa 1,8 milioni. La dimensione media del nucleo familiare è pari a poco più di 3,5 componenti. "Si tratta di platee potenziali sulla base dei dati del sistema informativo Isee", si legge nell'approfondimento relativo al Reddito d'inclusione, sul sito del ministero del Lavoro.

Sulla base delle soglie d'accesso identificate, i beneficiari sono individuati inizialmente tra i nuclei familiari con almeno un figlio minorenne; con un figlio con disabilità, anche se maggiorenne; con componente in stato di gravidanza; con una persona di 55 anni o più in condizione di disoccupazione, a seguito di licenziamento e altro.