Come ha riportato l'edizione odierna del Corriere della Sera, è stato arrestato Luca Bonalda, 46enne proprietario di un camion di panini a San Siro. Il motivo? Un debito di droga. Il 17 settembre l'uomo era entrato, armato di pistola, in una casa di piazza Gramsci a Muggiò, comune in provincia di Monza e Brianza, ed aveva sparato al ginocchio di un conoscente, 34enne, che ancora non aveva saldato il conto di una fornitura di cocaina: 5mila euro. Pare che i due fossero amici, visto che avevano entrambi un camioncino di panini in zona stadio, e che a volte fossero andati anche in vacanza insieme.

Il fatto è accaduto lo scorso 28 agosto, ma c'è un altro precedente che lega Bonalda alla giustizia: l'omicidio di Antonio De Falchi nel lontano 1989.

Il precedente

Era il 4 giugno 1989, giorno di Milan-Roma. Bonalda, allora 18enne, avvicinò un gruppetto di quattro amici che erano appena scesi dal tram in piazza Axum e che si trovavano di fronte al cancello 16 di San Siro pronti a fare il loro ingresso allo stadio. Inizialmente gli chiese una sigaretta e poi, per fare la controprova, chiese anche l'ora. A quel punto l'accento romano del ragazzo, il 18enne Antonio De Falchi, risultò evidente. Bonalda fece un cenno e chiamò un gruppo di trenta persone che diedero vita ad un pestaggio di rara brutalità.

Il ragazzo si rialzò ma cadde di nuovo a terra e morì per un infarto. La sentenza spiegò che la morte fu dovuta ad un arresto cardiaco dovuto al trauma psichico. Bonalda, fu condannato a 7 anni con l'accusa di omicidio preterintenzionale e fu l'unico della vicenda perché riconosciuto con certezza dagli amici di De Falchi e da alcuni poliziotti.

La sentenza fu molto contestata anche perché due persone vennero assolte per insufficienza di prove. Questo rimane uno dei fatti più drammatici della storia della violenza da stadio.

Le scritte 'De Falchi vive'

L'episodio porta con sé ancora tanti strascichi: in occasione dei vari Milan-Roma, i tifosi giallorossi lasciano in giro scritte come 'De Falchi vive' e spesso, il giorno dopo, i tifosi milanesi aggiungono la parola 'sottoterra'.

Infangando la memoria del giovane.

Oggi si è tornato a parlare di quest'individuo. Il colpo di pistola al suo 'collega' di Muggiò non ha, fortunatamente, provocato danni gravi e l'uomo si rimetterà presto. I carabinieri hanno ispezionato la casa di Bonalda, nella zona nord di Milano, e vi hanno trovato una pistola e cinque grammi di cocaina.